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LIBERALIZZAZIONI DEL GOVERNO. UNA BOCCATA DI OSSIGENO. COSA E COME FARE PER EVITARE CHE IL TUTTO FINISCA IN UNA BOLLA DI SAPONE E PER CORREGGERE ALCUNE GRAVI DEFICIENZE
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Comunicato 
1 luglio 2006 0:00
 

Firenze, 1 Luglio 2006. Il pacchetto del ministero dello Sviluppo Economico "cittadino consumatore, nuove norme sulla concorrenza e sui diritti dei consumatori"
(clicca qui) e' un buon punto di riferimento per modificare uno status che, in questi ultimi anni -governi di centrodestra e governi di centrosinistra- sembrava destinato ad essere caratterizzato come un dialogo tra sordi. Nel contempo, occorre fare attenzione per evitare che, sotto l'egida della liberalizzazione, vengano approvate norme razionalizzatrici dei poteri esistenti o che istituiscono nuovi poteri di nuove lobbies e di nuovi potentati. Il nostro Paese non sarebbe nuovo a "manovre" del genere: la storia delle liberalizzazioni e' tutta costellata di questi mostri economici che contraddicono i medesimi motivi per cui sono stati creati (telefonia, energia, poste, trasporti, etc...). Intenzioni del genere ci sono, lo testimoniano le molteplici reazioni negative delle categorie corporative interessate e il relativo sostegno da parte dei partiti di opposizione: solo di posizione e non certo per principi con cui sarebbero d'accordo anch'essi: il potere politico per loro -e non solo- conta piu' del benessere dei cittadini.
Vediamo punto per punto.
- Libere professioni: parcelle, pubblicita' e multiofferte. Ok
- Rc-auto: agenzie plurimandatarie, indennizzo diretto, trasparenza tariffe. Un "pannicello caldo" su un sistema che resta viziato all'origine grazie all'obbligo di contrarre la polizza. Rimane il problema per le aziende dell'obbligo a offrire polizze ovunque, in violazione delle norme Ue.
- Farmaci fuori dalle farmacie. Bene perche' si smuove un monolito e si apre la professione di farmacista al mercato. Ma non si capisce perche', come per altri prodotti offerti negli esercizi commerciali, debbano essere vietate le promozioni, e perche' debbano essere venduti in presenza di un farmacista iscritto all'ordine. Forse un'aspirina fa piu' male di una bottiglia di superalcolico? Resta quindi valido il progetto di legge che abbiamo presentato grazie alla Rosa nel Pugno: clicca qui
- Prezzi: monitoraggio. Crediamo siano altri i meccanismi (fiscali) che possano incidere sul loro alto livello.
- Pane: abolizione dei limiti quantitativi e territoriali. Era ora!
- Class action. Al di la' della positivita' della sua introduzione, ci sembra un progetto negativo. Si danno poteri ad associazioni e corporazioni e non al singolo consumatore. Nei prossimi giorni presenteremo un nostro progetto di legge diverso da quello del Governo.
- Commissioni consultive. Primo piccolo passo verso semplificazione, trasparenza e sburocratizzazione e conflitti di interesse. Importante perche' potrebbe essere un metodo/tendenza da applicare in tanti altri settori, soprattutto economici.
- Passaggi di proprieta' beni mobili: niente piu' notai che autenticano firme. Ok come primo passo per abolire l'obbligo, in assoluto e ovunque, della figura del notaio.
- Conti correnti: obbligo comunicazione variazione condizioni. Ok. Il nostro progetto di legge, presentato grazie alla Rosa nel Pugno, verrebbe meno: clicca qui
- Taxi: un soggetto con piu' licenze. Ok
- Trasporto locale. Primo timido passo verso la liberalizzazione.
- Concorrenza e commercio. Ok, ma le norme vanno estese anche a bar, ristoranti ed esercizi alimentari.
- Servizi pubblici locali. Qui siamo in alto mare. Finche' le partecipazioni pubbliche azionarie, per quanto normate, esisteranno, non ci sara' possibilita' di mercato e qualita'.
- Antitrust. Prima timida riforma. I poteri andrebbero aumentati.
Una nota finale: che fine ha fatto la riforma dell'ordine dei giornalisti? Un settore di intoccabili per una professione regolamentata come nei regimi autoritari e senza liberta' d'espressione e di stampa. Un settore dove, per evitare che il nostro Paese rimanga praticamente senza nuovi giornali, e' obbligatorio violare le norme...

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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