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Liberta' di espressione. Difendiamo il vicesindaco di Treviso e il suo diritto a pensare ed esprimersi da razzista
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Comunicato di Vincenzo Donvito
26 ottobre 2009 16:33
 
Il Tribunale di Venezia ha condannato il vicesindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini a non poter piu' parlare in pubblico per almeno tre anni e una multa di 4.000 euro. Nel 2008, durante un comizio del suo partito, la Leganord, avrebbe istigato al razzismo parlando contro l'apertura di moschee islamiche in Italia. Gli avvocati del leader leghista hanno annunciato ricorso in appello (*).
Il vicesindaco leghista dice abitualmente cose orribili in materia, anche prima e dopo i fatti per cui e' stato condannato e noi, che editiamo sul nostro sito Internet anche un canale di informazione per i diritti dei cittadini immigrati, siamo sempre in prima fila nel farlo notare e criticarlo. Il nostro modo di offrire e fare informazione si basa sulla liberta' di espressione e di pensiero, quella nostra e quella degli altri nostri interlocutori, privati ed istituzionali. Liberta' senza la quale, a nostra avviso, non si potrebbe parlare di informazione, ma solo di ricerca di condizionamento e manipolazione del pensiero attraverso le notizie e la proprieta' delle loro fonti.
Quando e se un Gentilini qualunque commettesse atti per impedire la liberta' di qualcun altro, tipo un'ordinanza comunale per non far sedere gli extracomunitari sulle panchine di una citta' o altre amenita' del genere, siamo in prima fila nel denunciarlo e nel chiedere l'intervento della magistratura. Ma quando il Gentilini di turno parla ed esprime le proprie opinioni, anche se in modo rude e rozzo come ci ha abituato il vicesindaco trevigiano, noi siamo in prima fila nel difendere il suo diritto a pensare, parlare e comunicare: il concetto e la pratica di istigazione a commettere un reato e' quanto di piu' fumoso, impreciso, soggettivo, pericoloso e sbagliato ci possa essere nei nostri codici. La liberta' e la certezza del diritto passano anche dal dover convivere col diverso e il presumibile disgusto che talvolta il diverso ci provoca.
Per questo solidarizziamo con Giancarlo Gentilini e auspichiamo che i suoi difensori, in virtu' non tanto di quanto blande fossero le sue affermazioni per cui e' stato condannato, ma del suo diritto a pensarle ed esprimerle, trovi giustizia nella successiva fase di giudizio.
La fondamentale battaglia per abolire tutti i limiti alla liberta' di opinione e di espressione che sono ancora presenti nei nostri codici, passa anche attraverso momenti come questo.
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