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MEDICINA DI FAMIGLIA. INUTILI ED IMPOSSIBILI LE VISITE DOMICILIARI PER TUTTI? QUANDO LA BUROCRAZIA INGHIOTTE I BUROCRATI
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Comunicato 
18 febbraio 2005 0:00
 

Firenze, 18 Febbraio 2005. Nella pratica giornaliera del Medico di Famiglia (il medico in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale per la Medicina di base) e' prevista in obbligo la visita domiciliare, che non puo' essere omessa ne' discriminata, cioe' quando e' richiesta vi si deve ottemperare entro la giornata e non quando fa comodo.
La stessa tipologia di obbligo vige per il Medico di "continuita' Terapeutica", nuova denominazione lasciata all'ex medico di Guardia Medica, dove, quasi sempre, trattandosi di un medico di serie B, mal pagato, il collega di Medicina di famiglia, lascia i casi piu' scoccianti e comunque tutti quelli che, a suo dire, non e' riuscito a ottemperare nell'arco della sua giornata lavorativa (molto flessibile, mai dopo le ore 20, sabati e domeniche libere).
Questa e' una delle tante situazioni all'italiana, per la quale la macchina burocratica finisce per inghiottire nelle pastoie gli stessi burocrati padri di tali legislazioni.
Se esiste un obbligo, non comprendiamo come poi ci si puo' discriminare, lasciando al medico di continuita' terapeutica un carico di lavoro, quello non effettuato dal medico di base. E se esiste un obbligo, vorremmo che ogni Medico di Base, ci spiegasse con quale criterio sceglie i casi da visitare e con quali sistemi lascia gli altri pazienti senza visita, o li lascia per il medico di continuita' terapeutica. Il Medico di base, a suo dire, discrimina i casi piu' importanti e lascia i casi meno importanti. E tutto cio', sulla base dell'esperienza clinica?
Dovremmo fare una approfondita indagine per comprendere se e' proprio cosi', ma siamo certi che scopriremmo che spesso le visite sono in relazione all'amicizia, ai favoritismi, al clientelismo che si e' creato tra il paziente ed il medico.
Proprio sull'onda lunga di questi dati obbiettivi l'ex ministro della Sanita' Raffaele Costa, ha inviato una lettera all'attuale ministro Girolamo Sirchia: vuole comprendere con quale criterio sono omesse visite mediche domiciliari, in quanto obbligatorie, e con quali sistemi si danno preferenze. Il quesito a nostro parere non avra' alcuna risposta.
Se e' vero quello che si affanna a riferire il presidente dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) Mario Falconi, circa l'impossibilita' di optare per tutte le telefonate e le richieste di visita medica domiciliare, e circa la realta' di una discriminazione sulla base delle approfondite conoscenze sullo stato di salute dei propri pazienti, noi restiamo convinti dell'esatto contrario.
Innanzitutto, se esiste un obbligo questo deve essere rispettato per tutti, altrimenti non facciamo i soliti ipocriti da Belpaese, sancendo una normativa e sputandoci addosso non appena non conviene piu'.
E' molto simile a quella obbigatorieta' dell'azione penale che nessun giudice applica, in barba alla stessa legge.
Il Medico ha l'obbligo di tutte le visite domiciliari, non appena esse sono richieste. Se in questo periodo di grandissima ricaduta influenzale viene chiamato a visitare domiciliarmente tantissime volte, deve per legge ottemperare ad ognuna, e non come riferisce Falconi "decide lui cosa fare e da chi andare". Innanzitutto perche' crediamo che non sia vero che si reca solo presso il domicilio dei casi piu' gravi, e anche perche', dato che non riesce ad adempiere a tutte queste visite, nessuna legge gli vieta di farsi aiutare da un collega (previo ricompensa economica.) rispettando quindi il suo contratto.
Diciamoci la verita', questi medici di Medicina Generale vogliono proprio tutto, la moglie ubriaca e la botte piena.
Il contratto stipulato con il Servizio Sanitario Nazionale recita chiaro: visite domiciliari e nessuna discriminazione.
Giuseppe Parisi, medico, consulente Aduc
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