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MUCCA PAZZA: UNA SPERANZA DAL GIAPPONE
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Comunicato 
1 gennaio 2002 0:00
 

L'ADUC INVITA IL COMMISSARIO UE ALLA SALUTE A SUBITO STABILIRE UN GRUPPO DI LAVORO E RICERCA COMUNE TRA UE E GIAPPONE

Firenze, 1 gennaio 2002. La notizia buona di inizio anno arriva dal Giappone, dopo che tutto il Paese nipponico si e' mobilitato in seguito ad alcuni casi di mucca pazza (Bse) che hanno molto allarmato le autorita' sanitarie (si sono anche registrati 3 casi della variante umana). Ce la da' il quotidiano Yomiuri Shimbun: una equipe della Universita' Obihiro di Hokkaido, guidata dai professori Morikazu Shinagawa e Motohiro Horiuchi, ha individuato una proteina connessa al prione anomalo che e' causa della malattia della mucca pazza e anche della sua forma umana, la variante della malattia di Creutzfeld-Jakob (Cfj). L'equipe spera che la scoperta possa aiutare ad analizzare la struttura del prione per trovare nuove diagnostiche e trattamenti di questa malattia. Il prione e' generalmente considerato come l'agente infettante della Bse e della Cfj, ed esiste nella sua forma normale nell'organismo di numerosi esseri viventi, ma il suo cambiamento distrugge il sistema nervoso e causa malattie mortali come appunto la mucca pazza e la sua variante umana.
Una notizia molto importante -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- perche' in materia si naviga ancora tutti a vista, individuando la malattia solo quando si manifesta (sia nei bovini che negli esseri umani). Sicuramente la prevenzione in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante, individuando una delle cause principali di infezione nell'alimentazione dei bovini a base di farine animali, e la conseguente trasmissione agli umani attraverso un'alimentazione con queste carni infette. Ma e' ancora tutto da definire, perche', per esempio, mentre e' opinione diffusa che la malattia negli umani si manifesti dopo una incubazione di diverse decine d'anni, non si e' ancora capito perche' abbia colpito anche alcuni giovanissimi fino alla morte. Una situazione che, percio', non puo' accontentarsi di una gestione deduttiva. Non solo, ma mentre tutti gli scudi della prevenzione sono alzati, i casi di Bse continuano, e si manifestano anche in Regioni e Paesi (come la Sicilia e l'Austria) che sembravano immuni (ricordando lo stesso Giappone, dove si fanno accuse anche all'Italia che, grazie ad un suo lassismo, avrebbe immesso sul mercato nipponico farine animali infette).
Cogliamo l'occasione, quindi, per invitare il commissario europeo alla Sanita' e difesa dei consumatori, David Byrne, a prendere subito contatto con l'equipe medica dell'Universita' di Hokkaido, per dargli tutto il sostegno possibile, creando anche un gruppo di lavoro comune Ue/Giappone che abbia tutti i mezzi e le conoscenze del caso per meglio sviluppare la ricerca.
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