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MUSEI CHIUSI A FIRENZE PER BUROCRAZIA. I DANNI DELLO STATALISMO. PRIVATIZZARE!
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Comunicato 
28 aprile 2007 0:00
 

Firenze, 28 Aprile 2007. Lunedi' 30 aprile e martedi' 1 maggio a Firenze i musei principali (tra cui la Galleria degli Uffizi e l'Accademia) saranno chiusi. Il 1 maggio non si tocca! Il lunedi' e' giorno di chiusura, come i barbieri prima delle lenzuolate del ministro Bersani. Si poteva pero' ovviare al lunedi' perche' e' una decisione locale... impossibile, che' chi decide per i fondi si riunisce una volta al mese e di questo accavallamento di feste se ne sono accorti troppo tardi e di altri fondi da altre fonti, non se ne parla neanche, sono gia' destinati a formazione e aggiornamento.
Insomma una storia di burocrazia mista all'abituale ottusita' populista che, oltre ai musei, in alcuni giorni canonici vede le citta' anche senza autobus pubblici: primo maggio, Pasqua, Ferragosto, Natale e Capodanno. In quelle parti del mondo dove queste feste sono tali, in quei giorni ci si sposta, si va ai musei, si leggono i giornali e si vedono le news televisive con soluzione di continuita', ma nell'Italia papalina e statalista, in nome dei diritti alle feste (tutti insieme in coda da qualche altra parte) e della rigida burocrazia, l'interruttore viene spento. I danni sono palesi per tutti e si evidenziano nell'aspetto economico.
Ci verrebbe da invitare le autorita', nazionali e locali, a riflettere su come superare velocemente questa impasse, ma ci rendiamo conto che parleremmo contro dei muri di gomma con dietro macchine infernali. Ad esserne coinvolti sarebbero il ministero del Lavoro e quelli dei Beni Culturali e dei Trasporti, le amministrazioni comunali e provinciali di citta' come Firenze (e relativi consigli di quartiere e amministrazioni dei comuni delle rispettive aree metropolitane), nonche' le amministrazioni regionali di appartenenza e -perche' no- le amministrazioni delle comunita' montane, quindi i sindacati, i prefetti, i comandanti delle forze dell'ordine (quattro o cinque) e le varie associazioni di categoria (commercianti, albergatori, trasporto pubblico e privato, etc), insomma un "ambaradan" incredibile, simile a quello che sfila davanti al premier designato quando deve formare un governo si' da capire chi scontentare meno. Solo l'idea di metterli tutti insieme fa venire i brividi alla schiena e rimpiangere quando c'era il Podesta', con poteri esecutivi ben diversi dal suo successore Prefetto. Ma siccome il Podesta' non ci piace e, allo stato dei fatti, la missione sarebbe impossibile, forse il primo passo -molto timido, ma primo- sarebbe vendere gioielli come Uffizi e Accademia a privati veri (con la totale esclusione di quei finti privati che hanno il capitale pubblico), si' che dalle logiche della burocrazia e dei finti diritti si passerebbe a quelle del profitto e della concorrenza, potendo decidere di essere aperti o chiusi quando e quanto lo ritengono opportuno e comprendendo -per esempio- che la quantita' di biglietti di questi due giorni di chiusura sarebbe piu' che sufficiente a coprire le spese. Fantascienza? Non per imprenditori, lavoratori, consumatori, ma probabilmente lo e' per i burocrati.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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