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NELLA SANITA' I DIRITTI DELL'INDIVIDUO SONO UN OPTIONAL?
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Comunicato 
8 marzo 2004 0:00
 

Firenze, 8 Marzo 2003. Consideriamo tre recenti episodi in materia di Sanita' che sono non piu' l'allarme di un pericolo, ma l'esplicita dimostrazione che e' gia' stato travalicato il rispetto della dignita' umana, calpestando i diritti dell'individuo.
1) Lo scorso 26 febbraio il Senato ha deciso di non ascoltare gli allarmi del Garante della Privacy e di modificare una normativa in vigore dallo scorso 1 gennaio, cioe' che negli studi medici, di qualsiasi tipologia, era necessario tutelare e garantire la Privacy dell'utente, non chiamandolo davanti agli altri per nome. Questa legge aveva trovato avversita' notevole soprattutto da parte della federazione dei medici di famiglia, che alla fine e' riuscita ad averla vinta nonostante che lo stesso ministro della Salute, Girolamo Sirchia, fosse contrario a questa modifica in dispregio della Privacy.
Se anche la Camera approvera' questa modifica (come e' molto probabile accadra'), negli studi dei medici di base, anche se l'ambulatorio e' grande e raccoglie un numero enorme di pazienti di altri medici, il paziente stesso potra' essere chiamato per nome davanti a tutti. Cosa che non sara' possibile in ambulatori di altra tipologia, ad esempio quelli ospedalieri.
Quindi addio Privacy. Ecco come, nel nostro Paese, si continua a vivere impregnati di interessi corporativi che sovrastano quelli di tutti i singoli, e quindi della collettivita'. Perche' e' evidente che, mentre la struttura pubblica dovra' adeguarsi -spendendo denaro- a questa garanzia di privacy, la corporazione dei medici di base ne sara' esentata, non spendendo denaro per adeguare le loro strutture. I singoli pazienti pagheranno con la loro liberta' e privacy l'esenzione di questa norma per la corporazione privilegiata che e' riuscita ad imporsi. In un Parlamento in cui la lobby dei medici ha sempre agito trasversalmente, solo ed esclusivamente alla ricerca di vantaggi della propria corporazione, pur -come nel nostro specifico caso- con la contrarieta' di altrettanto medico ministro della Salute.
2) In sede di "Commissione Nazionale Bioetica" si e' tentato di stravolgere la garanzia di diritti inviolabili della persona, cioe' poter decidere sulla propria esistenza in caso di malattia incurabile, o di gravi malattia. Il famoso "Testamento Biologico" recentemente presentato al legislatore, avrebbe potuto integrarsi con il potere decisionale del singolo cittadino, ma ha solo presentato un silenzio tombale, perche' l'unica cosa che e' venuta fuori, e' l'impotenza del singolo cittadino a decidere sul proprio corpo.
3) In un semplice Palazzo di Giustizia, quello di Sanremo, e' stata accolta la richiesta di interdizione di una donna diabetica che rifiutava l'amputazione del piede. "Vedere che la vita prende il sopravvento sulla morte mi fa sentire piu' medico e piu' sereno'', e' il commento del presidente della Federazione
nazionale degli ordini dei medici, soddisfatto perche' ''ora la donna sara' curata come si deve, e si rendera' conto che quando avra' una protesi sara' una donna uguale a tutte le altre".
Ci domandiamo se questa non possa essere chiamata Dittatura Sanitaria.
Lasciamo alla sensibilita' di ognuno la dovuta interpretazione.

A noi il compito di sottolineare come i poteri forti ed eterni delle corporazioni -mediche in questo caso- non sono proprio cio' che dovrebbe e potrebbe servire ai cittadini, agli utenti e ai consumatori per serenamente essere se stessi in una comunita' libera e responsabile. I sudditi al servizio dei privilegiati organizzati in corporazioni sono ancora il motore della nostra Economia, della nostra Sanita' e del nostro Diritto.
Giuseppe Parisi
(medico chirurgo, esperto in terapie complementari, presidente Fomeco) consulente Aduc
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