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Ogm. No alla criminalizzazione dell'informazione. La questione e' solo economica
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Comunicato 
3 marzo 2010 13:12
 
La decisione Ue a favore delle coltivazioni Ogm sta scatenando una serie di prese di posizioni, a partire da quella del ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, che sono decisamente preconcette e non tengono conto della realta' del nostro sistema agricolo ed economico, nonche' del nostro mercato. Non solo, ma sembra che il consumatore sia considerato come una sorta di suddito/imbecille che non sia in grado di scegliere rispetto alle proprie esigenze e ai propri gusti e che, di fronte ad un prodotto Ogm presumibilmente piu' economico degli altri, ci si butti a capofitto dimenticando qualita' e proprie necessita'/desideri. Grazie ad una sorta di criminalizzazione dell'informazione, l'opinione che mediamente ci si puo' fare in materia viene condizionata e non frutto di una serena e oggettiva informazione.
Abbiamo gia' affrontato l'argomento Ogm e documentato che non si tratta di salute ma di economia (1). Aver puntato sulla paura paventando il cibo "Frankenstein" e' risultata una strategia perdente (imparino i nostri ambientalisti di turno!). Che le varie multinazionali siano interessate al settore ci sembra ovvio, cosi' come qualsiasi impresa e' interessata a piazzare i propri prodotti. Si tratta di capire se il nostro Paese e' interessato a varare colture Ogm, cioe' se strategicamente e' conveniente (e' anch'esso un calcolo economico), oppure e meglio puntare su prodotti tipici della nostra area geografica. Non abbiamo grandi estensioni territoriali e non possiamo competere con Paesi che producono estensivamente e a basso costo (es. Cina). Dobbiamo puntare, purtroppo o meno male, su prodotti di nicchia, qualitativamente elevati e caratterizzati. E' evidente che gli Ogm sono in contrasto con questa strategia.

(1) Qui una nostra scheda pratica in materia

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