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PARTI CESAREI, PRIMATO ITALIANO NELLA UE. FINTANTO CHE L'ANESTESIA EPIDURALE SARA' UNA CHIMERA.... IO STESSA NON HO PARTORITO COL CESAREO GRAZIE ALL'EPIDURALE
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Comunicato 
5 giugno 2006 0:00
 

Firenze, 5 giugno 2006. L'Italia e' il Paese con il piu' alto numero di parti cesarei nell'Ue, con un picco del 36,9% nel 2003. Sono i dati di una indagine Istat resa nota oggi "Gravidanza, parto, allattamento al seno", condotta su un campione di circa 60 mila famiglie tra dicembre 2004 e settembre 2005. Rispetto al 29,9% del 1999-2000, nel 2004-2005 si passa a 35,2%. Significativo l'incremento nel sud (dal 34,8 al 45,4%) e nelle isole (dal 35,8 al 40,8%). Nelle strutture private si raggiunge una percentuale del 56,9, mentre in quelle pubbliche e' il 33,3.
Sono dati che non stupiscono piu' di tanto. Anche se mediamente l'informazione sul parto e l'assistenza in generale e' migliorata negli anni, altrettanto non si puo' dire per l'informazione e la possibilita' di tecniche, come l'anestesia epidurale, che se generalizzata eviterebbe il ricorso al cesareo in molti casi (forse la maggiorparte): e' innegabile (e il dato delle cliniche private ne e' lo specchio) che il ricorso al cesareo e' dovuto essenzialmente per la paura dei dolori del travaglio e del parto.
Di recente il neo-ministro della Salute, Livia Turco, ha detto che questa anestesia deve essere estesa il piu' possibile, e ho plaudito con lei mettendo pero' in chiaro alcuni aspetti che sono tutt'altro che secondari: esiste l'ostacolo economico e culturale delle Regioni, ed ho portato l'esempio di una Regione che non dovrebbe essere considerata la cenerentola della Sanita', la Toscana, ma che in materia fa si' che all'appello per l'esercizio di questo diritto manchi il 57% delle strutture sanitarie (indagine Aduc -associazione per i diritti degli utenti e consumatori dello scorso febbraio: clicca qui).
Io stessa, che ho partorito lo scorso 15 marzo in una struttura pubblica fiorentina ho evitato il parto cesareo (consigliato -senza alternative- dal ginecologo di turno viste le difficolta' del travaglio) grazie all'anestesia epidurale. Sulla carta l'ospedale San Giovanni di Dio avrebbe dovuto garantire questa anestesia, ma ne ho potuto usufruire solo perche' conoscevo un anestesista di quella unita' sanitaria, che, notte tempo, chiamato ad hoc, pur non essendo in servizio, ha prestato la sua opera: gli altri anestesisti erano impegnati in operazioni di pronto soccorso. Il diritto (sancito anche dal piano sanitario della Regione Toscana) era solo sulla carta!!
Aspetto quindi al varco i provvedimenti che il ministro Livia Turco vorra' prendere, soprattutto perche' siano impositivi nei confronti delle regioni. Provvedimenti la cui urgenza mi pare gigantesca per non dover continuare ad avere questo primato cesareo nella Ue: dannoso non solo per la donna che lo subisce ma anche per i costi che la struttura sanitaria deve sostenere in piu'.
Donatella Poretti
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