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IL PARTO INDOLORE UNA POSSIBILITA' SCARTATA DAL SISTEMA SANITARIO O DALLA BIBBIA? L'esempio di Firenze nel 2006, un caso non isolato
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Comunicato 
11 febbraio 2006 0:00
 

Firenze, 11 febbraio 2006. "Moltiplichero' i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli" (Genesi, cap.3)
Nel libro della Genesi della Bibbia si legge questa maledizione-precetto rivolta alla donna al momento della cacciata dall'Eden, che per quanto possa apparire strano e' arrivata indenne fino all'anno 2006 anche in una citta' culturalmente aperta come Firenze, che prendiamo come esempio di un immobilismo e di un ostracismo abbastanza diffuso in tutta la Penisola. Sembra infatti che i punti nascita fiorentini mentre si ammodernano e introducono attrezzature per rendere ancora piu' bello il momento della nascita, come le nuove 5 vasche per partorire in acqua all'ospedale di Careggi, abbiamo deciso di trascurare l'unica modalita' ad oggi nota e in uso in tutto il mondo di partorire senza dolore: il parto con l'analgesia peridurale (o epidurale).
Cosi' se questa possibilita' e' sulla carta prevista ai tre ospedali di Careggi, Ponte a Niccheri e a Torregalli, e' solo in quest'ultimo che si promuovono incontri con le future mamme a cui viene indicata e offerta questa tecnica come una possibile scelta della donna. Tutti i mercoledi' alle ore 14 (aula Muntoni) un anestesista e una ostetrica fanno degli incontri pubblici in cui la illustrano e la spiegano restando poi a disposizione per domande o chiarimenti. In tutti gli altri punti nascita di Firenze la scelta di questa tecnica spetta solo al medico, che difficilmente la prescrive.
Mentre occorre plaudire all'iniziativa isolata che dal 1986 gli anestesisti dell'ospedale di Torregalli stanno portando avanti con spirito pionieristico, deve essere rilevato come in Italia in generale, e a Firenze in particolare, il parto indolore non solo non venga promosso, ma in molti casi osteggiato.
Secondo dati raccolti dalle stesse Asl il 98% delle donne in Toscana partorisce in strutture pubbliche. Il 72% ha avuto un parto spontaneo e il 27% cesareo, dei parti spontanei solo il 35% e' stato caratterizzato da analgesia locale o epidurale, mentre il 65% si e' svolto in assenza di anestesia.
Il concetto di dolore e sofferenza e' per fortuna mutato nel corso del tempo anche grazie alle tecniche che si evolvono. Basti pensare ad una seduta dal dentista: se solo qualche anno fa l'anestesia veniva riservata ad operazioni molto dolorose come l'estrazione di un dente, oggi grazie all'evoluzione dei farmaci viene praticata anche per piu' semplici otturazioni, fino a pulizie dentali. L'imperativo sembra essere: dal dentista non si deve piu' soffrire, e la paura sara' solo un'eredita' che scomparira' nelle prossime generazioni.
Perche' questo non puo' accadere per il parto? Eppure sappiamo che il piu' bel momento della vita di una donna e' accompagnato dal dolore piu' forte che possa essere immaginato, perche' se esistono tecniche e modalita' per evitare questa sofferenza e lasciare solo la bellezza di dare la vita questo non viene fatto? Il sacrificio della madre come dono per la vita sana del figlio, concetti dell'oscurantismo medievale, come possono restare intatti nel terzo millennio?
Domande retoriche evidentemente. La cultura della maledizione biblica resta in vigore anche nella cultura della classe medica italiana, che non a caso e' anche quella piu' restia a praticare terapie del dolore.


Donatella Poretti, responsabile ufficio stampa Aduc
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