PATENTE A PUNTI E SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE. SI COMINCIA A FARE CHIAREZZA, MA ANCORA NON BASTA.
Comunicato
24 gennaio 2005 0:00
Firenze, 24 Gennaio 2005. La sentenza depositata oggi della Corte Costituzionale (27/2005) che dichiara illegittimo l'art.126 bis comma 2 del codice della strada, a nostro avviso e' solo un piccolo passo verso la chiarezza e il ritorno alla legge dopo le modifiche al codice approvate nell'agosto del 2003.
I punti alla patente possono essere tolti solo a chi viene identificato nel commettere l'infrazione. Per cui quando si riceve un verbale per un'infrazione commessa dal proprio veicolo, e oltre alla multa e' previsto di levare punti, se entro 30 giorni non si comunicano all'autorita' i dati di chi fosse alla guida in quella specifica circostanza, i punti non verranno piu' levati al proprietario, ma quest'ultimo dovra' pagare un'ulteriore sanzione (art.180 comma 8: da 357,43 a 1432,99 euro. Cosi' come il codice gia' prevede quando l'auto e' proprieta' di una societa'). ".la sanzione pur essendo di natura personale, non appare riconducibile ad un contegno direttamente posto in essere dal proprietario del veicolo e consistente nella trasgressione di una specifica norma relativa alla circolazione stradale". Questa la motivazione della Corte, che ha ritenuto violato l'art.3 della Costituzione (l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge) sotto il profilo dell'irragionevolezza della disposizione.
Dopo la sentenza della stessa Corte, che aveva dichiarato l'ìillegittimita' del deposito di un importo doppio del minimo della multa quando si intendeva contestare la stessa, piano piano stiamo andando verso una ragionevolezza del codice. Si riacquista cosi' un minimo di credibilita' per norme altrimenti basate solo sulla vessazione degli individui, spacciate per necessita' di maggiore sicurezza.
A nostro avviso continua ad essere oscuro anche il motivo per cui si debba pagare la sanzione accessoria per un comportamento pericoloso di guida che a livello individuale non si e' commesso. Noi partiamo dal presupposto (che e' quello del nostro sistema giuridico) che, fintanto che non ci sono prove che un individuo sia colpevole, lo stesso debba essere considerato innocente. Per cui puo' andare anche bene che il proprietario paghi la multa per la leggerezza di aver fatto guidare la propria auto ad una persona che ha commesso un'infrazione, ma colpevolizzarlo ulteriormente con questa maxi-multa (da 357,43 a 1432,99 euro) perche' questo guidatore e' stato molto cattivo, ci sembra vessatorio e strabordante la sfera delle responsabilita' individuali, anche a livello amministrativo.
Non solo. Crediamo che la Corte debba cominciare a prendere in considerazione tutti i vari ricorsi che gli giungono pressocche' quotidianamente per le multe da autovelox senza il fermo immediato del trasgressore e senza la segnalazione della presenza delle macchinette: multe che tutte le amministrazioni comunali usano solo per far cassa, ponendo limiti assurdi di velocita' (magari cambiandoli in continuazione lungo lo stesso percorso) e perche', per esempio, sono molto rari i casi in cui, prima degli autovelox, ci siano indicazioni tipo pannelli dissuasori che indicano la velocita' non corretta a cui si sta procedendo.
Aspettiamo fiduciosi, per la sicurezza di tutti e per il primato del diritto.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc