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PET-THERAPY E COMITATO NAZIONALE DI BIOETICA. UNA PRONUNCIA DI CUI FAREMMO VOLENTIERI A MENO...COSI' COME DI QUESTO COMITATO
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Comunicato 
19 ottobre 2005 0:00
 

Firenze, 19 Ottobre 2005. Il Comitato nazionale di bioetica (Cnb) ci fa saper che nella prossima seduta del 21 ottobre dara' il proprio imprimatur alla pet-therapy (animali domestici che supportano, anche per le cure che richiedono e le emozioni che comunicano, i vari pazienti). Ce lo comunica il suo presidente Francesco D'Agostino, riferendo sulle virtu' terapeutiche di questo trattamento per molte tipologie di pazienti, dai bambini agli anziani. Perplessa, invece, il vicepresidente del Cnb, Cinzia Caporale (comunque orientata al voto favorevole), per le garanzie sul benessere degli animali e l'assenza di riscontri sulla base del metodo scientifico.
Verrebbe da dare un plauso per l'introduzione di cio' che molti esseri umani gia' conoscono perfettamente e praticano da tempo, nonche' perche' sono ormai tanti gli umani che, vivendo anche con questi animali nelle proprie abitazioni, sono grossomodo immuni da tante malattie e disturbi di chi invece non ha scelto questa convivenza umani/animali.
Ma cio' che ci lascia perplessi non e' la materia di cui si accinge a pronunciarsi il Cnb, ma il fatto che un simile comitato si debba occupare della materia. Istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, nella presentazione delle sue funzioni leggiamo: "... orientare gli strumenti legislativi ed amministrativi volti a definire i criteri da utilizzare nella pratica medica e biologica per tutelare i diritti umani ed evitare gli abusi .... garantire una corretta informazione dell'opinione pubblica sugli aspetti problematici e sulle implicazioni dei trattamenti terapeutici, delle tecniche diagnostiche e dei progressi delle scienze biomediche."
Pet-therapy e diritti umani? Abusi? Pet-therapy e implicazioni, tecniche e progressi delle scienze biomediche? Siamo sicuri che un Comitato di bioetica debba intervenire in materia, per dirci cosa? Che e' bioeticamente accettabile che gli umani abbiano a che fare con gli animali domestici? Che vuol dire? Che c'entra la bioetica? O, se vogliamo essere piu' precisi: che c'entra la biologia, e l'etica?
A noi, in genere, gli interventi di questo Comitato ci paiono abbastanza inutili, uno sperpero di denaro pubblico per comunicarci il pensiero ideologico della maggioranza dei suoi componenti. Perche' cos'altro e' l'etica quando assurge a riferimento per lo Stato, se non posizione ideologica di parte?
Non sono pochi gli interventi di questo Comitato che sono serviti ad assecondare la presunta ideologia di chi vuole condizionare il nostro Stato (si vedano le posizioni in materia di fecondazione assistita e sulla ricerca con le staminali embrionali, fino alle prossime preannunciate pronunce sull'adozione degli embrioni...).
Ora con la questione della pet-therapy, il nostro Comitato si prepara ad affermare l'ovvio dell'ovvio, a giustificare il comportamento degli umani da sempre. Dopo la funzione di razionalizzatore dell'ideologia di chi vede bambini in ogni cellula umana, ci mancava proprio quella di organismo dell'ovvio, quindi dell'inutile. Se si cominciasse a fare economia di certe spese, anche a partire da Comitati come questo, crediamo se ne avvantaggerebbe ognuno: sempre che si voglia essere amministrati da uno Stato che non abbia bisogno di una propria etica e di una propria biologia, ma ne favorisca la conoscenza di tutte.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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