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PETROLIO E SPECULAZIONE. MERCATO CONTRATTUALE E MERCATO SPOT
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Comunicato 
18 aprile 2006 0:00
 

Roma, 18 Aprile 2006. L'aumento delle tensioni tra l'Occidente e l'Iran sul programma nucleare di quest'ultimo, ha fatto salire i prezzi del petrolio. Non c'e' attualmente nessuna diminuzione della produzione petrolifera iraniana ed e' quindi incomprensibile l'aumento del costo del greggio. Si paventano difficolta' o, addirittura, interruzioni delle forniture ma siamo sempre nel campo delle ipotesi. In realta' ci troviamo di fronte a fenomeni speculativi che hanno pochi riscontri con la situazione attuale. Sarebbe interessante individuare con precisione le responsabilita' di chi manovra per alzare il prezzo del combustibile.
Un altro aspetto da tener presente, relativamente ai prezzi dei prodotti petroliferi, e' quello del mercato contrattuale e di quello "spot". La definizione della quotazione del prodotto e' definita ufficialmente dal mercato contrattuale del "brent", che e' quello che ci comunicano i media (oggi a 72 euro il barile) ma esiste un mercato "spot", cioe' di acquisto del petrolio mentre e' "in navigazione", che e' inferiore e che costituisce il 60% delle importazioni del nostro Paese. Dunque il mercato e' alterato da un prezzo ufficiale e da uno ufficioso (reale). Ci viene spontaneo pensare che il prezzo della benzina alla pompa sia legato al prezzo ufficiale e non a quello reale. Il ministro delle Attivita' produttive, Claudio Scajola, aveva preannunciato la costituzione di una commissione per l'analisi dei prezzi delle materie energetiche. Che fine ha fatto tale commissione?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc.
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