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IL PRESERVATIVO E LA CHIESA CATTOLICA ROMANA. CHE SIANO ASCOLTATI SOPRATTUTTO DAI CREDENTI, COSI', NON SEGUENDO LE LORO INDICAZIONI, SALVEREMO UN PO' DI VITTIME DELLA LORO FILOSOFIA
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Comunicato 
9 marzo 2006 0:00
 

Firenze, 9 Marzo 2009. Il cardinale Godfried Danneels apre al preservativo? In una intervista al quotidiano belga "La derniere Heure", ha affermato: "Se un uomo malato di Aids obbliga una donna ad avere relazioni sessuali, lei deve poter imporre il preservativo, altrimenti si aggiunge un altro peccato, l'omicidio".
Crediamo che sia un bene che questi messaggi siano diffusi ovunque, soprattutto tra coloro che, religiosi, hanno fede nella chiesa cattolica romana. E noi diamo in questo un contributo.
L'informazione ha una potenza che talvolta viene sottovalutata, ma e' la matrice di tutto in un contesto sociale, democratico o meno che sia.
Noi siamo favorevoli all'uso del preservativo sempre, su libera decisione di chi lo utilizza. Ed e' diverso tempo che abbiamo una petizione in corso al presidente dell'Onu a cui chiediamo che il Vaticano non continui a impedire col suo voto l'uso del preservativo nelle campagne anti-Aids in Africa (clicca qui).
E siccome crediamo che gli essere umani, credenti o meno, siano intelligenti piu' di quanto non credano i loro pastori o i loro amministratori, non ci puo' sfuggire questa affermazione del vescovo belga quando invita "l'obbligata a imporre un obbligo a chi la sta obbligando".
Chiedersi dove vive
-dal punto di vista civico, umano, logico, sociale, economico, politico, comportamentale, psicologico, etc..- questo cardinale e' il minimo. E ci fermiamo qui, perche' aggiungere altro non serve.
Possiamo solo chiedere che parli piu' spesso, che rilasci piu' interviste, che stimoli i suoi colleghi a fare altrettanto.
Ne abbiamo tutti bisogno.
Il problema, almeno in democrazia, e' convincere -cioe' portare dalla propria parte- chi la pensa in modo diverso, argomentando e spiegando perche' si avrebbe ragione rispetto ad altre posizioni. E se il nostro cardinale e i suoi colleghi insistono in questo modo, crediamo che diano un sostanziale contributo a meglio comprendere la loro filosofia per poterne apprezzare altre.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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