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PRIVACY E ORDINE PUBBLICO
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Comunicato 
22 settembre 2001 0:00
 


PUR NELLA MAGGIORE ATTENZIONE CHE E’ NECESSARIA DOPO I FATTI DI NEW YORK, BISOGNA STARE ATTENTI A NON CADERE NELLA STUPIDITA’ E NELL’ABUSO

Firenze, 22 Settembre 2001. Dopo l’atto terroristico di New York, giustamente le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli preventivi, anche e soprattutto sulla mobilita’ individuale e sui sistemi, sempre individuali, di comunicazione. In questa fase –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- crediamo sia opportuno che ognuno sia molto tollerante e disponibile, soprattutto per le intrusioni nella propria privacy: una fase di transizione verso nuove certezze che dovranno essere codificate, in modo che ognuno sappia quali siano i limiti della propria e dell’altrui liberta’.
Ma questo non vuol dire dare spazio all’abuso e, in un certo senso, alla stupidita’ istituzionale. Che e’ quello che in alcuni casi che chiameremo "lampadina" (che avvisano come se fosse un allarme) sta accadendo.
Il primo e’ stato segnalato al nostro servizio di informazione e consulenza SOS online. Si tratta di un ragazzo di 15 anni che, mentre andava in bicicletta nel suo piccolo paese in provincia di Padova, e’ stato fermato da un vigile urbano che gli ha inflitto una multa di Lit.63.510 per "violazione dell’articolo 180 del Codice della Strada, perche’ il conducente del velocipede non aveva il documento di riconoscimento durante la corsa". Si presuppone che un vigile urbano, anche per la divisa che indossa, sappia cosa stia facendo, e quand’anche considerassimo che e’ pur sempre un essere umano e quindi non infallibile, ci sono dei limiti oltre i quali diventa preoccupante andare. Non crediamo che occorra essere iper-preparati per sapere che l’art.180 concerne i veicoli a motore. Il padre del ragazzo che ci ha scritto e’ stato consigliato perche’ faccia un ricorso al giudice di pace e sicuramente lo vincera’, ma chi lo ripaghera’ del tempo perduto e, soprattutto, come lui stesso ha scritto nella richiesta di consiglio che ci ha inviato "posso fare ricorso … almeno per insegnare a mio figlio a credere un po’ di piu’ nelle istituzioni?". Ci domandiamo come possa essere venuto in mente a questo vigile di multare una persona perche’ circola senza documenti, e troviamo una spiegazione solo nel clima di voglia di controllo che si sta diffondendo … fino all’abuso, per l’appunto.
Il secondo e’ un provvedimento deciso dal Questore di Treviso, che lo ha battezzato "teen-agers": i ragazzi a spasso per strada o nei bar con lo zainetto in spalla, dovranno spiegare al poliziotto che li fermera’ cosa fanno in quel posto e a quell’ora invece di essere a scuola. L’intento del Questore, leggiamo in una agenzia stampa, non e’ tanto quello di scoprire i ragazzi che marinano la scuola, ma piuttosto di impedire che gli stessi entrino in contatto con ambienti e situazioni pericolose che, detto piu’ esplicitamente, significa droghe illegali. I poliziotti -come dice il portavoce della Questura di Treviso Nicolo’ D'Amico ad un quotidiano della citta’ veneta- chiederanno i documenti e avviseranno le famiglie di quelli che sono minorenni. Non solo, ma se i poliziotti non riusciranno ad entrare in contatto con le famiglie dei minorenni, porteranno questi ultimi in questura. Cioe’ si verra’ fermati dalla polizia e tradotti in questura o per assenza di documenti o per assenza di chi esercita la patria potesta’, e questo per non essere stati nel luogo in cui il poliziotto crede che il ragazzo avrebbe dovuto essere in quel momento, non perche’ il ragazzo sta turbando l’ordine e la sicurezza pubblica o perche’ ha un comportamento che potrebbe indurre che stia per commettere un reato, ma perche’ lo si vuole proteggere da disgrazie (spaccio e consumo di droghe, soprattutto) che non possono non cascargli addosso visto che avrebbe marinato la scuola. Ci sembra tutto un intreccio di situazioni al condizionale dove, l’unica a rimetterci e’ la liberta’ del singolo (per quanto minore possa essere), a tutto vantaggio di una inutile e dannosa discrezionalita’, oltreche’ della stupidita’ delle istituzioni.
Per concludere. Se i due esempi che abbiamo portato stanno per diventare i primi segnali di come i tutori della legge intendono affrontare il presunto nuovo rapporto tra sicurezza pubblica e liberta’ dell’individuo, ci sembra che siamo messi proprio male. Anche perche’ si colpisce tra i soggetti giuridicamente piu’ deboli (i minorenni), spalancandogli le porte della sfiducia nelle istituzioni.
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