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PUBBLICITA' INGANNEVOLE BANCOPOSTA
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Comunicato 
28 giugno 2001 0:00
 


DOPO UNA DENUNCIA DELL'ADUC E' TALE PER L'AUTORITA' PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI MA NON PER L'ANTITRUST.
L'ASSOCIAZIONE RICORRERA' AL TAR CONTRO LA DELIBERA DELL'AUTORITA'.

Firenze, 28 Giugno 2001. Lo scorso dicembre l'Aduc aveva presentato una denuncia per pubblicita' ingannevole all'Antitrust: sul banco degli imputati il servizio Bancoposta delle Poste spa, accusato di propagandarsi in Internet come disponibile in tutti i 14.000 uffici postali, ma, invece, di non esserlo.
Le Poste spa si sono difese sostenendo che quella "non era qualificabile pubblicita', perche' si trattava di un contenuto meramente informativo e privo dell'enfasi tipica della pubblicita' che tende ad attrarre l'attenzione con il fine di far acquistare ai destinatari della stessa un determinato prodotto e/o servizio".
L'Antitrust aveva chiesto un parere all'Autorita' Garante per le Comunicazioni, che lo scorso marzo si era espressa riconoscendo l'ingannevolezza del messaggio, riconoscendo mancanza di chiarezza laddove non si esplicitava che per effettuare tutte le operazioni decantante, bisognava essere anche in possesso della Carta Postamat Maestro.
Dopo la denuncia dell'Aduc e in corso l'istruttoria dell'Antitrust, le Poste, dal 1 febbraio 2001 cambiarono il messaggio pubblicitario sulla pagina Internet, evidenziando esplicitamente che il servizio presso i 14.000 uffici era reso solo ai possessori della Carta. Al di la' della supposta buona volonta' delle Poste nel voler essere piu' chiari ed espliciti -commenta il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- si e' trattato di una mossa che da sola avrebbe dovuto dimostrare la dubbia chiarezza del messaggio precedente, perche' gli stessi estensori l'hanno fatta solo quando denunciati per la loro presupposta manchevolezza.
Nonostante questo, e nonostante la goffa difesa delle Poste con il fatto che non si trattava di pubblicita' (tentativo, tra l'altro, che l'Antitrust ha respinto, perche' "la natura pubblicitaria di una comunicazione d'impresa e' rinvenibile ogniqualvolta la promozione di beni o servizi sia lo scopo primario e diretto della comunicazione stessa", e che in un analogo procedimento nei giorni scorsi e' stata causa di condanna per le Poste stesse), l'Autorita' del professor Tesauro ha deliberato che non vi ravvede una pubblicita' ingannevole, considerando che "la complessiva formulazione del messaggio consente di comprendere che il possesso della Carta Postamat Maestro e' la condizione necessaria per poter compiere operazioni di prelievo e pagamento presso qualsiasi ufficio postale del territorio nazionale".
Abbiamo aspettato sei mesi -dice Vincenzo Donvito- per sapere che cio' che l'Autorita' Tlc riconosce come ingannevole, e cio' che lo stesso "imputato" ha prontamente modificato per meglio esplicitare il suo messaggio, per l'Antitrust non e' tale. Bene: lo racconteremo alle numerose persone che ci scrivono quotidianamente per le difficolta' ad usare il servizio Bancoposta rispetto a come viene pubblicizzato. Ci rendiamo conto che in questi sei mesi diverse cose sono cambiate, oltre all'incriminato messaggio pubblicitario delle stesse Poste spa, come, per esempio, l'importante possibilita' di versare sul proprio conto qualunque assegno bancario (che sara' operativa dal prossimo luglio), ma cio' non toglie nulla ai numerosi disagi che i consumatori hanno dovuto subire a causa di cio' che noi, nonostante la delibera dell'Autorita', ancora consideriamo come "fischi venduti per fiaschi". Per questo il nostro studio legale studiera' bene le carte per rilevare ed evidenziare tutti i motivi logici e le ragioni giuridiche per ricorrere al Tar del Lazio, che dovremo fare entro il prossimo 27 Agosto. La partita, quindi, e' tutt'altro che chiusa!
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