testata ADUC
RC-AUTO E IPOTETICI RIMBORSI: COME IL MINISTRO, CONTINUANDO A NON DECIDERE, E' RIUSCITO AD ADDOSSARE LA COLPA AD ASSICURATORI ED ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
30 gennaio 2003 0:00
 
L'INUTILITA' DELLE CONCERTAZIONI E LA NECESSITA' DI LIBERALIZZARE IL MERCATO

Firenze, 30 Gennaio 2003. Non poteva essere altrimenti: l'incontro tra le associazioni consumatori del Comitato del ministero delle Attivita' Produttive e l'Ania (l'associazione delle assicurazioni), garante il ministro Antonio Marzano, e' finito in un nulla.
L'Aduc non fa parte del Comitato delle associazioni presso il ministero, perche' sarebbe a disagio a dipendere dalla sua principale controparte, e perche' non ha alcuna intenzione di avvallare la legge vigente sui diritti dei consumatori che, invece di far valere i diritti di questi ultimi, fa valere i diritti delle associazioni non dando alcun potere al consumatore. Per questo, non avendo preoccupazioni di fare incontri per dare un senso alla propria appartenenza istituzionale, siamo in grado di vedere la questione scevri da alcun -pur lieve- condizionamento.
E ci facciamo una domanda: in cos'altro poteva finire questo incontro, se non il nulla? Per quale motivo l'Ania avrebbe dovuto decidere dei capitali delle sue associate, in assenza di leggi e norme, ma solo per le sentenze -tutte ancora opinabili- di alcuni giudici di pace?
Lo ribadiamo: a nostro avviso questi ricorsi hanno poche speranze e alla fine, possono risultare solo una perdita di tempo e denaro per chi li fa. La sentenza dell'Antitrust che ha colpito le assicurazioni, e' perche' avevano costituito un cartello, non perche' avevano aumentato le tariffe. Se proprio qualcuno vuole ricorrere, lo potrebbe fare per il danno che avrebbe potuto avere dalla presenza del cartello, cioe' dalla mancanza di un mercato in cui scegliere (quindi un ricorso piu' articolato in cui ognuno deve dimostrare il danno). Inoltre le sentenze che finora alcuni giudici di pace hanno emesso ci sembrano piu' per equita' che diritto, per cui il ricorso delle assicurazioni in Cassazione, oltre a costare ai consumatori piu' di quanto chiedono di rimborso, e' molto probabile che sia accolto.
Premesso questo, lo scenario oggi e' tutto favorevole al ministero delle Attivita' Produttive che, alzando le braccia, non puo' che dire: io ce l'ho messa tutta, sono loro -assicurazioni e associazioni consumatori- che non vogliono mettersi d'accordo. Quindi chi voleva difendere i consumatori e chi voleva difendere il suo operato vampiresco di questi anni, si e' ritrovato a favorire la politica anti-mercato del ministro, che se ne lava le mani e lascia che "i polli" (di manzoniana memoria) si scannino fra di loro, tanto hanno mani e piedi legati e, soprattutto, e' il ministro che tiene in mano la corda che li lega.
E cosi' l'attenzione si sposta dal problema centrale che e' all'origine del furto legalizzato che in questi anni e' stato fatto dalle tasche dei consumatori: la mancanza di mercato e la beffa di quello esistente, che chiamano tale pur negandolo nei principi base.
Si puo' chiamare mercato quello in cui una parte -il consumatore- e' obbligato ad acquistare? Ve l'immaginate se fosse cosi', per esempio, per la tazzina del caffe'? Ogni mattina, se volessimo circolare per le strade e i marciapiedi delle nostre citta' saremmo obbligati a prendere un caffe', non importa in quale bar, ma dovremmo prenderlo (cosi' come dobbiamo pagare la rc-auto se vogliamo circolare con un mezzo): cosa succederebbe al prezzo della tazzina e alla qualita' della stessa? Dopo un po', consumatori e baristi si tirerebbero dietro piattini e cucchiaini, mentre lo Stato metterebbe una tassa piu' specifica e incasserebbe sempre piu' soldi. E' un discorso assurdo? Certo, ma perche' non lo e' per l'assicurazione Rc-auto? Perche' permane l'obbligo di assicurazione? Perche' non si apre il mercato a chiunque, specialmente estero? Se qualcuno risponde che cio' non accade per tutelare il consumatore (la garanzia dei rimborsi dei danni e la professionalita' delle assicurazioni), non possiamo che rispondere sollecitando di vedere cio' che c'e' oggi (rimborsi, prezzi e professionalita'). Con l'aggiunta della beffa odierna, dove il principale responsabile del non-mercato ne viene fuori candidamente grazie ai "polli di Renzo".
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS