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RETTE RSA. ILLEGITTIMA LA RICHIESTA DI DENARO AI PARENTI DEI PAZIENTI. TAR TOSCANA DA' RAGIONE ALL'ADUC
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Comunicato 
10 settembre 2007 0:00
 

Firenze, 10 Settembre 2007. Importante decisione del Tar Toscana: le rette di ricovero in Residenze Sanitarie Assistenziali devono essere calcolate con esclusivo riferimento al reddito dell'assistito e i Comuni e le ASL non possono richiedere somme di denaro ai parenti.
Da tempo denunciamo le prassi illegittime di moltissimi comuni d'Italia che a fronte di ricoveri di soggetti anziani non autosufficienti o di handicappati gravi, calcolano la quota di retta a carico dell'utente tenendo conto non del suo solo reddito, ma anche del reddito del suo nucleo familiare e ne richiedono il pagamento ai parenti. Prassi che di fatto mette in ginocchio intere famiglie costrette a pagare cifre esorbitanti rispetto al proprio reddito.
E' quello che e' successo anche ad un utente dell'Aduc, la signora X, invalida ricoverata in una RSA fiorentina, che a fronte di un reddito annuo di euro 8756,25 (composto da pensione di invalidita' e indennita' di accompagnamento) si e' vista richiedere dal Comune di Firenze ben 14220,00 euro all'anno per il solo fatto di avere un padre che percepisce anch'egli una pensione.
E cio' perche' il Regolamento fiorentino illegittimamente, e contrariamente a quanto prevede la legge nazionale, computa nel reddito posto alla base del calcolo della retta anche quello dei parenti. La signora X, assistita dai legali dell'Aduc -avv. Claudia Moretti e avv. Emmanuela Bertucci- ha presentato ricorso al TAR Toscana chiedendo ed ottenendo la rideterminazione della retta sulla base del suo solo reddito.
Grazie a questo provvedimento, per ora solo cautelare, la signora X potra' fin da subito pagare euro 7519,00 anziche' i 14220 annui inizialmente richiesti.
Il problema non e' solo fiorentino ma nazionale, ed e' di notevole portata economica. La legge prevede che le rette di ricovero in Rsa siano pagate per il 50% dal SSN e per il restante 50% dai Comuni con l'eventuale compartecipazione dell'utente, sulla base del suo reddito.
I Comuni, non solo chiedono denaro ai parenti degli assistiti ma assistiamo in buona sostanza al rovesciamento dei criteri di ripartizione economica delle quote: chi "eventualmente compartecipa" non e' piu' il cittadino ma il Comune! Che la cosa non sia di poco conto lo dimostra l'opposizione che i Comuni hanno fatto al Governo bloccando l'emanazione di un decreto che avrebbe dovuto specificare tali criteri di compartecipazione.
Oggi il Tar Toscana, sospendendo il regolamento fiorentino, ha ristabilito l'ordine e la legalita' in favore di alcune fra le categorie piu' deboli: anziani e handicappati, proprio quelle categorie per le quali e' previsto l'aiuto delle politiche sociali, e quindi dei Comuni.

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