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RU486. IL MINISTRO TURCO VUOLE SPERIMENTARE PRIMA DI INTRODURLA, MA NON C'E' NIENTE DA SPERIMENTARE PERCHE' GIA' TUTTO SI SA. C'E' SOLO DA AUTORIZZARNE L'USO E COMUNQUE A OTTOBRE GIA' SARA' COSI' PER DECISIONE UE
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Comunicato 
23 maggio 2006 0:00
 

Firenze, 23 Maggio 2006. Il ministro della Salute Livia Turco ha dichiarato ieri che non porra' alcun ostacolo alla registrazione della pillola abortiva Ru486. Ha aggiunto che l'iter burocratico per giungere alla commercializzazione della Ru486, e quindi al suo impiego su tutto il territorio nazionale, avverra' nel pieno rispetto della legge 194, ovvero senza "sperimentazioni selvagge".
Se ci conforta l'apertura del neo-ministro, apparentemente un passo avanti rispetto ai niet ideologici dell'ex ministro Francesco Storace, ci preoccupa e non poco la precisazione sulle "sperimentazioni selvagge". Non sappiamo a cosa si riferisca il ministro, ma quello che e' certo e' che sperimentazioni della pillola Ru486 sono avvenute in 21 Paesi europei da 20 anni a questa parte. Tanto e' vero che in questi Paesi, oltre che negli Usa ed in moltissimi altri nel mondo, la pillola abortiva e' registrata e commercializzata da anni, anche grazie alle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'. Sono forse queste le sperimentazioni selvagge a cui si riferisce il ministro?
Ricordiamo a Livia Turco che il rispetto della 194 non significa andare contro fantomatiche "sperimentazioni selvagge", che non ci sono, quanto invece registrare immediatamente la Ru486, per offrire alle donne italiane, al pari di quelle europee, la possibilita' di abortire farmacologicamente e non solo chirurgicamente.
E' questo l'unico modo per rispettare una legge resa carta straccia dai precedenti ministri della Salute.
Non vorremmo infatti che, continuare a sperimentare un farmaco gia' ultra-sperimentato nel resto del mondo, fosse un modo per non decidere, per rimandare, per non disturbare l'equilibrio politico di una parte politica.
Se cosi' fosse, dovremmo allora rimpiangere Storace, che almeno aveva il merito di parlare chiaro. Quindi, al ministro diciamo che aspettiamo i fatti.
Ad ottobre, come ci ha comunicato il presidente della Exelgyn -casa produttrice della Ru486- vi sara' una decisione dell'Europa sulla richiesta di mutuo riconoscimento del farmaco anche in Italia. In quella sede, gli esperti dei 21 Paesi dove e' registrata la pillola e quelli italiani dovranno confrontarsi e giungere ad una decisione comune: o la Ru486 e' farmaco sicuro, e quindi commerciabile da subito anche in Italia, o e' farmaco inefficace e non sicuro, e quindi dovra' essere ritirato da tutto il territorio comunitario. Poiche' siamo convinti che le ragioni propagandistico-ideologiche che fino ad ora hanno impedito l'utilizzazione del farmaco in Italia non riusciranno a convincere gli scienziati del resto di Europa, ad ottobre l'Italia dovra' commercializzare la pillola.
Questo avverra' a prescindere da chi sara' il titolare del ministero.
Se il ministro della Salute vorra' dare dimostrazione che le sue sono parole sincere e non una scusa per l'ennesimo sopruso ai danni della libera scelta e salute delle donne, si attivi DA SUBITO per la registrazione della Ru486, evitando che per l'ennesima volta sia l'Europa ad imporci il rispetto della salute dei nostri cittadini.

Pietro Yates Moretti, consulente Aduc
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