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SCIOPERO ADDETTI PULIZIE FS
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Comunicato 
2 novembre 2001 0:00
 


DOPO I BLOCCHI DEL SERVIZIO E L’INONDAZIONE DI RIFIUTI DELLE STAZIONI DI ROMA E FIRENZE, OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE RICORDANDOSI CHE SE SI VUOLE UNA SOCIETA’ CIVILE, E’ CON METODI ALTRETTANTO CIVILI CHE SI PUO’ E SI DEVE COSTRUIRE

Firenze, 2 Novembre 2001. Lunedi’ prossimo 5 Novembre e’ stato confermato lo sciopero di 48 ore degli addetti alle pulizie delle Fs …… e abbiamo ancora negli occhi le immagini di cosa hanno combinato i dimostranti nelle stazioni Termini di Roma e Santa Maria Novella di Firenze –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito. Cosi’ come abbiamo ancora in mente l’inerzia delle forze dell’ordine a far si’ che le stazioni non si trasformassero in dei letamai, e la stessa inerzia nell’impedire che i dimostranti bloccassero il traffico ferroviario per diverse ore, trasformando gli ignari passeggeri in ostaggi di persone che non trovano di meglio che rivendicare la presunta violazione di loro diritti facendone pagare il prezzo ad altri.
In entrambi i casi, quelli romani e quello fiorentino, abbiamo chiamato in causa i rispettivi Prefetti in quanto responsabili politici sul territorio di cio’ che il Governo deve garantire ad ogni cittadino, primo fra tutti l’ordine pubblico. Al di la’ del silenzio (Roma) o della deresponsabilizzazione rispetto al controllo degli eventi (Firenze), non abbiamo raccolto altro. Mentre abbiamo raccolto, per esempio a Firenze, la preoccupazione dei sindacati Cgil, Cisl e Uil (nel nome dei quali i dimostranti si sono impossessati delle stazioni insudiciandole), che hanno ammesso che la situazione gli e’ sfuggita di mano e che non e’ nelle loro intenzioni manifestare per i contratti in questo modo.
Questi sono i fatti, e questa e’ la situazione in cui ci apprestiamo a subire il nuovo sciopero. Tutti lo sanno, e ognuno ha un suo ruolo, che non puo’ essere eluso, approfittando del fatto che l’anello finale della catena economica –il consumatore- e’ abituato a farsi mettere i piedi in testa e vive in una sorta di rassegnazione rispetto al fatto che un treno non si sa mai quando parte, se parte e quando arriva, oltreche’ se arriva.
E’ evidente che ci rivolgiamo anche a chi partecipera’ a questo sciopero, perche’ capisca che ogni consumatore che subisce un disagio per un suo problema, e’ una possibilita’ in meno di avere quei rapporti sereni e civici che, abitualmente, portano alla soluzione dei problemi. Non solo, ma se chi sciopera cerca un alleato, non potrebbe che trovarlo in chi usufruisce dei suoi servizi, perche’ il consumatore/utente e’ in grado di apprezzarli quando ci sono e sono fatti bene, ma nello stesso tempo e’ in grado di comprendere e di esprimersi quando ci sono dei problemi per cui non ne puo’ usufruire, ma non certamente quando deve essere lui a pagare in vece di chi ha il problema che sta in quel momento rivendicando.
Che ognuno faccia la sua parte, ricordandosi che se si vuole vivere in una societa’ civile, e’ con metodi civili che bisogna costruirla, anche e soprattutto nei momenti piu’ difficili.



AEROPORTI ITALIA DEL NORD
MA C’E’ QUALCUNO CHE SI SENTE SICURO, ANCHE LUI PER DECRETO?
L’ADUC CHIEDE L’INTERVENTO DELLA COMMISSARIA EUROPEA AI TRASPORTI

Firenze, 3 Novembre 2001. La decisione del nuovo cosiddetto superispettore Andrea Fornasiero di abolire la de-classificazione degli aeroporti di Malpensa, Bergamo Bologna e Trieste, con alle porte anche quella di Linate, non solo e’ lo specchio di un Italia che l’avvento del ministro Lunardi ci aveva fatto sperare che ci saremmo lasciati alle spalle, ma ci sembra un segnale che non puo’ che aumentare la sfiducia dei passeggeri per la sicurezza degli aeroporti, e dei cittadini nelle istituzioni.
Cosi’ il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito, che continua: noi, da voce degli utenti dei servizi, fintanto che non facciamo fare delle contro-perizie dalla nostra parte, non possiamo che fidarci di quanto le autorita’ tecniche ci dicono, ma diffidiamo molto di quelle politiche. Per questo siamo molto attenti ai loro comportamenti e alle loro decisioni. E quanto e’ successo dalla strage dei 118 morti della Sas a Linate, non ci incoraggia. Anzi. Il presidente degli aeroporti milanesi continua ad essere al suo posto ricordandoci che se gli verra’ riconosciuta una responsabilita’ sara’ il primo ad andarsene (evidentemente una minima decenza civica di quantomeno sospendersi in presenza di dubbi, non fa parte del suo bagaglio manageriale), mentre a ruota assistiamo al balletto di questi giorni: la nomina di un superispettore che tutto ci sembra tranne che superispettore, perche’ ha funzioni essenzialmente di consulenza, dovendo delegare ad altri (leggi: burocrazia con tempi diversi dalle urgenze che invece sono all’ordine dei fatti) le decisioni se agire o meno, poi la gestione di Enav e Enac che continua ad essere quella di chi non ha fatto come doveva per impedire i disastri a cui abbiamo assistito (l’altro giorno abbiamo chiesto il commissariamento di entrambi), fino alla declassificazione che dopo qualche giorno e’ stata rimangiata. Sono stati forse presi i provvedimenti che lo consentono? Non ci sembra, ma ci sembra invece che, per decreto, si e’ stabilito che sono sicuri quegli aeroporti, che sono proprio cosi’ com’erano prima di non esserlo. Chiaro, no? Quindi e’ evidente che chi dovra’ passare da quegli aeroporti per prendere un aereo, dovra’ sentirsi sereno, tranquillo e sicuro, anche lui per decreto.
A questo punto e’ evidente che fidarsi, pur con tutta la buona volonta’ che ci possiamo mettere per rispetto delle istituzioni, non e’ cio che facciamo e non e’ cio’ invitiamo a fare a chiunque.
Per questo chiediamo l’intervento della Commissaria europea ai Trasporti, Loyola de Palacio, perche’ verifichi se nel comportamento e nelle decisioni delle autorita’ tecniche e politiche italiane non si stiano violando i dettami di sicurezza che la stessa Commissione ha piu’ volte indicato.
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