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SCIOPERO DEGLI AVVOCATI A DIFESA DELLA CORPORAZIONE. ABOLIRE SUBITO L'OBBLIGO DELL'AVVOCATO PER TUTTE LE CAUSE
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Comunicato 
10 luglio 2006 0:00
 

Firenze, 10 luglio 2006. E dopo i taxisti, ora tocca agli avvocati! Da oggi, dodici giorni di sciopero contro il decreto Bersani che abolisce le tariffe minime e solleva il divieto agli studi legali di farsi pubblicita'. Con malcelata -e francamente ormai insopportabile- ipocrisia, ci viene spiegato che le motivazioni dello sciopero risiedono nel diritto di difesa del cittadino. Sempre lui, il cittadino, per il cui bene lottano le corporazioni di tutta Italia. E se questo significa ogni tanto prendersela proprio con lui -bloccando le sue citta' con i taxi o i suoi processi gia' interminabili-, la lotta e' lotta.
La realta' e' che con questo sciopero gli avvocati difendono solo i propri interessi. Sono interessi legittimi, e per questo non dovrebbero gli avvocati sentirsi in colpa nascondendosi dietro "bene" dei cittadini. Il cittadino e' oggi molto meno sprovveduto di quanto la retorica paternalista del corporativismo sancito per legge potrebbe far pensare. Egli ha solo bisogno di scelta, una scelta vera fra prodotti e professionisti che competono fra di loro, pertanto offrendo prezzi e qualita' sempre migliori.
Il provvedimento Bersani va quindi nella giusta direzione. E lo dimostra non solo la scontata reazione degli avvocati, ma anche quella degli aspiranti avvocati (i praticanti), che invece si sono detti contrari allo sciopero. Proprio perche' ne conoscono le vere motivazioni e sanno che queste impedisce loro maggiore accesso alla professione: la difesa della casta e dei suoi privilegi.
Oggi e' quindi sempre piu' urgente, anche per liberare energie nel mondo dell'avvocatura oggi soffocate, che gli avvocati guadagnino la fiducia dei propri assistiti. Oltre ad introdurre maggiore competizione e accesso alla categoria dei giovani aspiranti, e' necessario abolire l'obbligo della difesa tecnica. Il cittadino deve poter scegliere non solo fra un piu' ampio spettro di qualita' e tariffe, ma deve prima di tutto decidere in liberta' se rivolgersi o meno ad un avvocato. Perche' oggi puo' un cittadino presentarsi senza avvocato per 516 euro dal giudice di pace ma non per 3000 euro? E' forse ritenuto troppo stupido per difendere i propri soldi?
Stiamo per questo elaborando una proposta di legge che presenteremo nelle prossime settimane per eliminare l'obbligo dell'avvocato in tutte le cause.
Con maggiore competizione, maggiore possibilita' di scelta da parte del cittadino, gli avvocati forse troverebbero anche qualche difficolta' in piu' a spiegare -e soprattutto a convincere- i propri assistiti che la possibile paralisi delle loro cause e' per il loro bene.

Pietro Yates Moretti,, consigliere Aduc
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