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Sciopero taxi. Caos e violenze per colpa del legislatore che non decide a favore di liberta’ di lavoro e di economia
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Comunicato di Vincenzo Donvito
21 febbraio 2017 13:22
 
 Citta’ bloccate e senza servizi privati di trasporto pubblico. Questa e’ la situazione determinata dagli scioperi dei taxisti contro l’emendamento della sen. Linda Lanzillotta al disegno di legge Milleproroghe: la proroga al 31 dicembre del termine per l’emanazione del divieto contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e di noleggio con conducente (1). Proroga che dovrebbe servire a prendere tempo per varare il piano del trasporto (2). Il Tentativo del Parlamento, quindi, di prendere atto delle nuove realta’ (Uber, per esempio) che stanno scombussolando il mercato, con grandi vantaggi per l’utenza. Tentativo sul quale la corporazione dei taxisti cerca di porre il suo pesante veto con metodi incivili e violenti che possiamo toccare con mano in tutte le citta’ in questi giorni.
I taxisti, che mediamente hanno pagato (spesso al mercato nero) fior di quattrini le loro licenze, sostengono che non puo’ arrivare l’ultimo e, senza spendere un centesimo, ritrovarsi ad avere i loro stessi privilegi. Sul piano formale i taxisti potrebbero anche avere ragione, anche se -per quanto ci riguarda- le ragioni che cercano di affermarsi con la violenza ci portano sempre a pensare il contrario. Sul piano sostanziale, pero’ la questione e’ in modo diverso. Sostanza che significa: nuove tecnologie, nuovi lavori, riduzione dei costi, apertura del mercato del lavoro soprattutto dove la domanda e’ alta e l’offerta insufficiente: o ci siamo sognati che nelle ore di punta bisogna aspettare un taxi anche piu’ di un’ora, e che -anche con costi piu’ bassi- situazioni del genere accadono di rado in contesti dove la liberalizzazione e’ economia quotidiana, come per esempio a New York?. Insomma: siamo nel 2017 e ci sembra che la chiusura dei taxisti in difesa dei loro privilegi corporativi, sia come quando, all’inizio del XIX secolo in Inghilterra, i luddisti distruggevano le macchine industriali perche’ toglievano posti di lavoro ai salariati.
Il nostro legislatore ha una responsabilita’ gigantesca in quanto sta accadendo. Le eterne proroghe all’entrata in vigore del divieto sono servite solo a far illudere i taxisti che possano ancora esistere norme che consentano di esercitare la loro attivita’ fuori del tempo e del mondo. Divieto che se entrasse in vigore sarebbe a-storico ed economicamente suicida…. Non se ne viene fuori? Noi crediamo che, come sempre e’ avvenuto in passato ed avverra’ in futuro, le innovazioni che aprono i mercati e che fanno diventare la ricchezza e i servizi piu’ diffusi, hanno sempre avuto un prezzo, che ne e’ sempre valsa la pena di pagare. Questa volta tocca pagarlo ai taxisti. Spetta al legislatore far si’ che questo pagamento sia meno doloroso possibile. Ma se continua il gioco del rimando, sotto il ricatto delle violenze delle corporazioni, crediamo che alla non-fine del tutto anche gli illusi staranno male: quando la domanda e’ superiore e diversa dall’offerta, si alimenta solo illegalita’, con costi dolorosi e piu’ alti per tutti.

1 - "divieto di sosta in posteggio di stazionamento su suolo pubblico nei comuni ove sia esercitato il servizio di taxi. In detti comuni i veicoli adibiti a servizio di noleggio con conducente possono sostare, a disposizione dell'utenza, esclusivamente all'interno della rimessa".
2 – cosi’ la sen. Lanzillotta in un’intervista al quotidiano La Repubblica del 17/02/2017: "L'impegno di varare il piano per il trasporto con conducente esiste dal 2009 così come la sospensione del divieto per gli Ncc di sostare nel suolo pubblico di un Comune diverso da quello che rilascia la licenza. La norma in effetti era già vigente, confermata da direttive ministeriali. L'emendamento al Milleproroghe si limita a dare certezza normativa, ed era stato proposto da vari parlamentari: è stato scelto il mio semplicemente perché era il più completo".
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