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SCONTRINI FISCALI COMMERCIANTI. QUANDO LA FINANZA NON HA DI MEGLIO DA FARE ....
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Comunicato 
6 aprile 2004 0:00
 

Firenze, 6 Aprile 2004. Multa di 27 mila euro della Guardia di Finanza nei confronti di una proprietaria di un bar/tavola calda di Piombino (Livorno) per non aver fatto lo scontrino del cibo che lei stessa e i suoi familiari hanno consumato negli ultimi tre anni.
E' la notizia che, nel tradizionale modo incredibile che ammanta quelle simili del settore, sta rimbalzano lasciando tutti con piu' di un considerevole dubbio. Non e' nuova, perche' e' del tipo "proprietario di bar multato perche' si stava mangiando un suo gelato", oppure "proprietario di una tabaccheria multato perche' aveva dato una caramella al suo figliolo". Cioe' tutte notizie che hanno un certo "non-sense", perche' il risultato non e' quello di tutori dell'ordine e della legge che fanno il loro dovere e danno un buon esempio per tutti i furbi, ma quello di confermare la talvolta vacua utilita' di certi provvedimenti, su cui c'e' anche un considerevole dubbio di liceita'. Infatti lo stesso capitano della Guardia di Finanza di Piombino, che e' stato intervistato dalla locale cronaca del quotidiano "Il Tirreno", ha detto che "la merce in magazzino deve avere una fattura di acquisto, quella che manca deve avere una fattura di vendita. Se non e' cosi' si puo' dedurre che la merce mancante sia stata venduta al nero, senza fare lo scontrino". Per l'appunto "si puo' dedurre", ma il capitano stesso sa che nel caso non e' cosi': la stessa barista ha detto candidamente ai militari fiscali che erano tre anni che lei e la sua famiglia mangiavano li'. Per quale motivo l'avrebbe dovuto dire se sapeva che sarebbe stata multata? Magari poteva dire che era solo per quel giorno e prendersi la multa per quel giorno ... ma non l'ha fatto. Ed ecco la legge che implacabile si fa sentire e, invece di comminare una multa simbolica per l'occasione e suggerire alla barista di fare -per esempio- ogni volta uno scontrino della merce consumata ad un valore di vendita pari allo zero, decide che la legge deve essere solo punizione e non educazione: probabilmente con la convinzione che solo la pena, nonche' la violenza e pensantezza della stessa ha un valore educativo.
Alla fine, cosa succede? La barista, come lei stessa ha detto, probabilmente chiudera' il suo esercizio o s'indebitera' fino al collo per far fronte alla multa, ed avra' tutt'altro che in simpatia e cordialita' chi, per sua superficialita', l'ha messa in questa condizione. La notizia sta girando e con altissima probabilita' tutti si staranno chiedendo se i finanzieri non avessero di meglio da fare, visto che il loro servizio e' altamente importante per la sicurezza di ognuno, figuriamoci poi in un porto di mare come Piombino.
Per i consumatori, una riflessione. Uno dei motivi per cui i commercianti hanno sempre piu' spesso prezzi assurdi di vendita, e' anche questo, oltre alle esose tasse locali anche per "l'aria che respirano". Una situazione che sicuramente non giustifica i prezzi alle stelle a cui ci vorrebbero abituare, ma che ci da' il quadro di un andazzo in cui le autorita', invece di aiutare tutti, mirano solo a far cassa, facendo male a tutti.
Nello specifico
non possiamo che invitare tutti i consumatori di Piombino, e coloro che passeranno da questa citta' portuale, a recarsi -se il bar trovera' le forze per non chiudere- a consumare presso l'esercizio commerciale di questa signora.
Piu' in generale, crediamo sia il caso che tutti gli amministratori e legislatori ci facciano piu' che una riflessione e ne traggano, negli ambiti dei loro poteri, le dovute conseguenze.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc


.......MA LA GUARDIA DI FINANZA SMENTISCE L'ESISTENZA DELLA MULTA

Firenze, 8 aprile 2004. Il Capitano Gaetano Cutarelli, Capo Sezione Pubblica Informazione Ufficio Stampa del Comando Generale della Guardia di Finanza, ci ha fatto pervenire questo lancio dell'agenzia Ansa come smentita dell'episodio di Piombino a cui abbiamo fatto riferimento per la nostra presa di posizione.
Siamo contenti per la Guardia di Finanza, con cui ci scusiamo se, per l'occasione poi dimostratasi non vera, abbiamo stigmatizzato il loro "modus operandi".
Riportiamo integralmente quanto ci e' stato inviato:


"""""(ANSA) - FIRENZE, 6 APR - Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, Luciano Carta, smentisce che sia stata comminata una multa di 27.000 euro ad una barista che non aveva battuto gli scontrini per i pasti da lei consumati insieme ai suoi familiari nel suo locale.
''Nessuna sanzione -afferma l'ufficiale- e' stata comminata alla titolare del bar che, conseguentemente, non ha tra le mani alcun 'foglio che le ingiunge di pagare 27 mila euro di multa', multa peraltro inesistente e non prevista da alcuna normativa''.
Il 15 marzo scorso la barista era stata, invece, sottoposta ad una verifica fiscale che -continua il colonnello Carta- ''e' stata, di contro, sospesa dopo 24 ore in relazione alla volonta' dichiarata del contribuente di aderire al condono fiscale''.
Il comandante della finanza spiega poi che ''l'autoconsumo familiare, ove riferibile a beni di modico valore (25 euro) rientra tra le operazioni non imponibili Iva e come tale non soggetto all'obbligo di emissione dello scontrino; ho motivo di ritenere -conclude- che il caso di specie rientri certamente tra quelli non imponibili''. """""""
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