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SEMI-FLAT INFOSTRADA: LA FINE DI UN SOGNO
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Comunicato 
22 giugno 2002 0:00
 


LA CONFERMA E IL TRIONFO DEL MONOPOLIO/OLIGOPOLIO DEL MERCATO DELLE TELECOMUNICAZIONI

Firenze, 22 Giugno 2002. L'azienda telefonica Infostrada, sta inviando a casa degli abbonati al suo servizio di connessione a Internet "libero@sogno" un avviso in cui comunica che dal prossimo 15 luglio le sue tariffe subiranno una variazione, cioe' un aumento. Da quando questa tariffa era comparsa sul mercato (settembre 2000) aveva sempre avuto un altalenare tariffario che, dagli originali 12.39 euro al mese, oggi con 32 ore meno di connessione mensile, e' arrivato a 21,70 euro al mese. Si tratta di una tariffa conosciuta come semi-flat (banda larga), che tecnicamente ben sopperisce al fatto che il sistema di connessione per eccellenza a banda larga (Adsl) e' scarsamente presente sul territorio nazionale.
Vista la crescita turbinosa di Internet (in senso professionale e ludico), e la inderogabile necessita' di avere collegamenti veloci, sono stati diversi gli utenti che avevano aderito a questo servizio. E sono quindi in diversi ad aver dovuto sopportare questa lenta lievitazione (fin quasi al raddoppio odierno) di questo sistema di collegamento. Una amarezza mal digerita, visto che di collegamenti a banda larga ne parla un giorno si' e l'altro pure il ministro delle Comunicazioni, come l'unica prospettiva per far uscire Internet dagli addetti ai lavori, e visto che tutto il mercato delle telecomunicazioni ha prezzi in caduta e non al rialzo. Certamente sta per finire l'epopea di "Internet gratis", ma questo non vuol dire che quello che deve essere pagato (giustamente!) debba avere performance tariffarie al contrario del mercato generale.
Questo in linea generale.
Sul particolare, Infostrada comunica agli utenti di questo servizio che chi non vuole subire gli aumenti, entro 30 giorni puo' recedere dal contratto. Ma appare strano che ne abbia data comunicazione con una semplice lettera, e non con la "tradizionale "raccomandata A/R che assume valore di comunicazione ufficiale a tutti gli effetti. Tra l'altro una forma di comunicazione (la raccomandata A/R) che Infostrada riterrebbe indispensabile per la disdetta del contratto con qualsiasi utente. E' probabile che Infostrada si faccia forte che' queste variazioni -visto il mercato controllato che abbiamo nel nostro Paese- non sono frutto di un pensiero mattutino, ma entrino in vigore dopo l'imprimatur della Autorita' per le Telecomunicazioni. Ma cio' poco toglie alla necessita' di correttezza nei rapporti con la clientela, che, come qualunque "abc" del diritto ci insegna, deve essere per entrambe le parti che sottoscrivono il contratto, e non solo per l'utente.
Sullo specifico dato contrattuale abbiamo invitato le centinaia di utenti che si rivolgono alla nostra associazione a far valere questo dubbio di cui sopra, e a chiedere l'intervento della stessa Autorita' Tlc.
Ma, al di la' dello specifico, non possiamo non ricordarci che Infostrada e' oggi una sigla del pianeta Wind, cioe' Enel, cioe' ministero dell'Economia, cioe' Stato, cioe' una entita' che per il fatto stesso di detenere la proprieta' di una societa', si presuppone lo faccia in virtu' del bene pubblico, con tanto di rispetto di tutte le regole del caso. Mentre per queste ultime andremo anche davanti ai giudici per farle valere, rimane il macigno della regola per eccellenza che e' a tutti gli effetti violata: quella del bene pubblico. Dov'e', nel nostro caso? Una presa per i fondelli con tanto di appendice. Dove quest'ultima non e' che uno dei quotidiani episodi che vede il mercato delle telecomunicazioni sempre piu' restringersi nel suo essere mercato, e sempre piu' allargarsi nel suo essere monopolio, duopolio e oligopolio, cioe' poteri delle concentrazioni economiche monolitiche o in accordo bi o plus valente tra loro. Chi controlla Telecom? Lo Stato con il potere di golden share che puo' far valere sulla sua proprieta' di 3,5% di azioni. Di Enel onnivora abbiamo gia' detto. Gli altri? Cespuglietti che, per sopravvivere devono sottomettersi alla frustrante operazione di servilismo alle regole di una Telecom a cui tutti gli utenti sono obbligati ad abbonarsi per avere un servizio base per accedere ad Internet.
C'e' quindi poco da stupirsi che il marchio Infostrada, con tanta leggerezza e supeficialita', decida di far cio' che sta facendo con il servizio libero@sogno. L'arroganza del potere e' tale anche nel nostro caso.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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