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TAXISTI IN SCIOPERO. IL MINISTERO DEGLI INTERNI VIGILI PERCHE', COI BLOCCHI STRADALI, IL LORO PROBLEMA NON DEBBA FORZATAMENTE DIVENTARE ANCHE QUELLO DEGLI UTENTI
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Comunicato 
14 luglio 2006 0:00
 

Firenze, 14 Luglio 2006. I taxisti hanno ripreso a non svolgere il loro servizio perche' non sono contenti di come vanno le trattative col ministero dello Sviluppo Economico. Arrivano notizie di aeroporti isolati e blocchi stradali.
Senza entrare nel merito delle rivendicazioni di questa categoria, che' a nostro avviso andrebbero trattate solo con chi ha un senso civico e civile del confronti e della trattativa,c'e' un problema contingente non marginale: i blocchi stradali che impediscono l'uso anche di altri servizi pubblici che, nel caso degli aeroporti, diventano fondamentali.
Per questo chiediamo al ministro degli Interni di dare precise disposizioni ai prefetti perche' intervengano a impedire che cio' si verifichi e a rimuovere quelle situazioni che sono gia' degenerate.
Il problema e' solo di ordine pubblico e come tale va trattato.
Noi crediamo che siano anche limitate le disposizioni del decreto Bersani in materia. La possibilita' (e ripetiamo LA POSSIBILITA') che i Comuni decidano che un medesimo soggetto sia detentore di piu' licenze, non ci basta se vogliamo liberalizzare il mercato e far si' che ci siano piu' lavoratori e maggiore servizio a prezzi piu' concorrenziali: i contingentamenti di qualsiasi tipo andrebbero aboliti, e l'amministrazione dovrebbe solo controllare i requisiti tecnici di chi fa la richiesta di licenza. Una posizione che difenderemo a affermeremo anche in Parlamento in sede di conversione del decreto.
Ma in questo momento, in questi giorni, occorre impedire che un problema di una categoria -i taxisti- debba pesantemente diventare anche un problema di tutti gli utenti dei servizi di trasporto pubblico.
Allo stato non crediamo che, per esempio, sia necessario ricorrere all'esercito per sopperire ai taxisti in sciopero, ma occorre impedire che il loro diritto di sciopero debba necessariamente trasformarsi in un disagio diffuso e in un pesante problema di ordine pubblico.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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