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TEMPI DELL’EURO E CONSUMATORI
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Comunicato 
27 settembre 2001 0:00
 

BANKITALIA ACCETTEREBBE DI BUTTARE AL MACERO IL 20-30% DELLE LIRE CIRCOLANTI, E SE FOSSE UNA PERCENTUALE MAGGIORE SI AFFIDEREBBE ALLA VOLONTA’ DELLE BANCHE PER IL CAMBIO.
L’ADUC INVITA AD ESSERE REALISTICI E A FARE GLI INTERESSI DEI CONSUMATORI, NON SOLO QUELLI DELLO STATO E DELLE BANCHE.
IL RISCHIO E’ DI REGALARE IL CAMBIO ALLA MALAVITA!

Firenze, 27 Settembre 2001. Avevamo gia’ prospettato la necessita’ di rimandare la scadenza del 28 febbraio 2002, quando l’euro entrera’ come moneta unica a pieno regime escludendo la presenza e il cambio delle lire residue, chiedendo alla Commissione Europea, nonche’ al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell’Economia di intercedere in questo senso: la situazione internazionale e i ritardi che ogni giorno vengono rilevati, rendono determinante questo slittamento. Ed oggi registriamo un intervento del vice direttore generale dell’istituto centrale, Antonio Finocchiaro, che, a margine di un convegno sull’euro, ha detto: "Se riusciamo a ritirare il 70-80% delle banconote in lire, potremo fare a meno di chiedere agli istituti di credito il prolungamento del cambio oltre il 28 febbraio. Se no la banca d’Italia chiedera’ agli istituti stessi di prolungare questa date. Ma solo su base volontaria le banche potranno accettare di continuare a cambiare le lire".
Ci sembra una posizione che va contro gli interessi degli italiani e dei consumatori –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- in entrambe le situazioni prospettate dal vice-direttore Finocchiario. Infatti non si capisce perche’ quel 20-30% di banconote non cambiate (e quindi da buttare al macero) dovrebbe rappresentare un margine accettabile di perdita del denaro circolante, rispetto, per esempio, ad una popolazione, quella italiana, che e’ sparsa nel mondo e che solo ultimamente ha visto un po’ piu’ di attenzione sulla sua esistenza e sui suoi diritti. Non solo, ma se il denaro circolante dovesse essere superiore a questa percentuale, perche’ la volontarieta’ delle banche nelle operazioni di cambio? Vediamo gia’ cosa succedera’: persone saltellanti da una banca all’altra alla ricerca del "cambio perduto" e che, a fronte di uno sfinimento di fronte a sportelli indisponibili, finiranno per rivolgersi a organizzazioni clandestine e illegali che sorgeranno per lucrare sul cambio (facendosi pagare cio’ che le banche, invece, non possono farsi pagare e che, quindi, non si capisce perche’ dovrebbero volontariamente aderire a continuare un’attivita’ di cambio, comunque onerosa per loro, e solo per loro).
Forse e’ il caso di non sopravvalutare l’efficienza della macchina che attende al passaggio all’euro, e soprattutto di sopravvalutare la disponibilita’ di banche che, tutt’oggi, se il risparmiatore non pone attenzione, fanno anche pagare il cambio della lira con l’euro.
Certamente sarebbe meglio avere a che fare con una moneta "eterna" come il dollaro Usa, ma visto che siamo costretti ad imbarcarci in questa avventura, che almeno non ci si pongano limiti assurdi e, tutto sommato, inutili e vessatori.
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