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TRENITALIA SULL'ORLO DEL FALLIMENTO? PER COMINICARE PAGHI MENO BUONUSCITA AGLI AMMINISTRATORI E FACCIA MENO PUBBLICITA' OPPURE CHE VADA PURE IN BANCAROTTA E SI PRIVATIZZI IL TUTTO
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Comunicato 
14 novembre 2006 0:00
 

Firenze, 14 Novembre 2006. L'amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, in una audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato, si e' presentato col cappello in mano e, pena il fallimento, ha chiesto un ricapitolizzazione per evitare che il buco di un miliardo e settecento milioni di euro porti al fallimento l'azienda.
Certo che ci vuole un coraggio e una faccia tosta incredibile per presentarsi in questo modo, ma al peggio non c'e' mai limite.
Solo alcuni giorni fa, ad una interrogazione parlamentare dell'on.Donatella Poretti della Rosa nel Pugno, da noi stimolata, per sapere perche' all'ex presidente delle Ferrovie Elio Catania erano stati dati 10 milioni di euro di liquidazione (a nostro avviso uno sproposito), e perche' venivano spesi svariati milioni per pubblicizzare un servizio che, essendo in monopolio, non ha concorrenti, il sottosegretario dell'Economia Massimo Tononi, faceva sapere che: 1 - la liquidazione sono fatti loro e non sono tenuti a darne conto in modo pubblico; 2 - la pubblicita' serviva a comunicare agli azionisti (tutti i contribuenti italiani) le attivita' intraprese per migliorare il servizio di trasporto ferroviario.
Dopo queste risposte incredibili e forse al limite del codice penale, la richiesta di oggi in audizione e' la ciliegina su una torta fatta di disservizi, alti costi, arroganza, inefficienza.
Trenitalia si comporta come il Governo con la finanziaria: servono soldi? Prendiamoli dai contribuenti e di razionalizzare non se ne parla neanche. Dieci milioni di euro di liquidazione, milioni e milioni di euro distribuiti su tutti i media italiani, non sono pochi soldi. E come abbiamo individuato questi -a nostro avviso- sprechi, niente ci dice che, in settori di Trenitalia di cui non conosciamo bene i numeri, non avvenga altrettanto: e siccome cio' che appare e' sempre la parte piu' secondaria, non e' detto che i numeri legati agli sprechi non siano stratosferici. Di metter cura e di tagliare e razionalizzare in questo ambito, a Trenitalia non ci pensano affatto.
Cosa auspichiamo? Che neanche un centesimo di ricapitalizzazione venga dato a Trenitalia, che' se vogliono risorgere hanno molti luoghi in cui trovare i soldi e indirizzarli in modo diverso. E se proprio non vogliono o non ce la fanno, potrebbe essere la buona occasione: falliscano e si apra alla privatizzazione. Non sappiamo se sia la soluzione migliore, ma siccome fino ad oggi il modo e' stato il contrario della privatizzazione e i risultati sono lo scempio e l'arroganza di cui abbiamo detto, provarci e' quantomeno doveroso.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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