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VOLI DI STATO. UNO DEGLI STRUMENTI DI FINANZIAMENTO PUBBLICO E DI CONTROLLO POLITICO DELLA STAMPA
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Comunicato 
16 giugno 2007 0:00
 

Firenze, 16 maggio 2007. La vicenda dei "voli di Stato", ed in particolare l'esclusione dell'inviato del quotidiano "La Stampa", a cui sarebbe stato rifiutato un passaggio sull'aereo del ministro degli Esteri, e' frutto del malsano rapporto fra politica, soldi pubblici e stampa italiana. Invece di scandalizzarci su uno dei tanti modi in cui lo Stato finanzia (e quindi controlla) i media italiani, gia' destinatari di centinaia di milioni di euro pubblici (contributi sulla carta, organi di partito, etc.), ci si scandalizza perche' esclusi dalla spartizione dei "favori".
Perche' i media dovrebbero avere diritto a voli gratuiti su aerei di Stato, pagati dai contribuenti italiani?
Perche' non offrire allora a tutte le categorie, dai turisti ai rappresentati di commercio, gli stessi privilegi? Forse il lavoro di un commesso viaggiatore vale meno di quello di un giornalista? Altro che "Repubblica fondata sul lavoro", come -purtroppo e ancora- recita l'art.1 della nostra Costituzione, qui abbiamo a che fare con una "Repubblica fondata sul favore".
Fino a quando i media rivendicheranno come diritti quelli che in realta' sono "favori" dei potenti di turno, saranno sempre soggetti a ritorsioni come quella subita dal quotidiano "La Stampa". Fino a quando il giornalismo non si sara' liberato completamente dal controllo esercitato dalla politica, facendo a meno di "favori" e finanziamenti pubblici, esso non sara' mai totalmente indipendente ed obiettivo nel riportare e giudicare l'operato dell'amministrazione pubblica.
Per capire che non siamo marziani, ma stiamo solo parlando di indipendenza e liberta', e' bene ricordare un episodio di pochi mesi fa negli Usa: la giornalista Maria Bartimoro, della Cnbc (rete televisiva di informazione finanziaria), aveva accettato un passaggio gratuito dalla Cina su un jet di Citigroup, il colosso bancario; l'editore la licenzio' in tronco perche' la sua credibilita' ed imparzialita' era venuta meno.

Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
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