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Autorita' di garanzia: indipendenza dovrebbe far rima con trasparenza
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Editoriale di Alessandro Pedone
9 dicembre 2009 16:50
 
Nei giorni scorsi un gruppo di deputati del Pdl ha presentato un emendamento alla Finanziaria che prevede il finanziamento delle varie Autorita' attraverso un Fondo Unico istituito presso il ministero dell'Economia. Consob, Antitrust, Agcom, Autorita' dell'Energia, Covip, Garante della Privacy, Autorita' per la vigilanza sui lavori pubblici, Isvap e Commissione di garanzia per gli scioperi. Presentazione che ha sviluppato un confronto sul problema dell'indipendenza delle Autorita' di Garanzia.
Non v'e' dubbio che l'indipendenza sia un requisito costitutivo, fondante, indispensabile per questi poteri pubblici. Senza la garanzia d'indipendenza dal Governo (e dalla politica in generale) cadrebbero le ragioni stesse di esistenza di queste Autorita'.
Cio' che la maggior parte di questi organismi stenta a comprendere –senza dubbio a praticare– e' che l'indipendenza senza la trasparenza diventa inaccettabile.
Le Autorita' di garanzia sono poteri pubblici particolari. All'interno di determinati ambiti concentrano in se' il potere legislativo, esecutivo e giudiziaro.
Prendiamo ad esempio la Consob:
- Potere legislativo. I regolamenti che questa Autorita' esercita sui soggetti vigilati sono vere e proprie leggi che disciplinano il loro lavoro.
- Potere esecutivo. Alla Consob sono conferiti una serie di poteri per garantire -si fa per dire...- che tali regolamenti vengano rispettati.
- Potere giudiziario. La Consob infligge sanzioni a chi non rispetta i regolamenti che lei stessa emana.
Si tratta di una concentrazione di potere rilevante –secondo alcuni, giustificata dal limitato e specifico campo di applicazione- al quale non fa da bilanciamento una investitura popolare.
Affinche' le Autorita' non si trasformino in piccoli potentati sarebbe indispensabile l'applicazione di standard di trasparenza che consentano, a chi dovrebbe essere tutelato da loro, di controllarne l'operato.
Purtroppo, oggi, non e' cosi'.
Si pensi, ad esempio, che un investitore che sottopone all'attenzione della Consob una presunta violazione delle regole di condotta degli intermediari finanziari da parte di un soggetto vigilato, non ha diritto a verificare l'attivita' che la commissione ha svolto a seguito della propria segnalazione.
Questi poteri pubblici controllano settori economicamente rilevanti (finanziario, assicurativo, le telecomunicazioni, ecc.). Se non vi e' dubbio che la dipendenza di questi poteri dalla politica diventerebbe presto una dipendenza dai poteri economici, senza una trasparenza che obblighi le Autorita' di Garanzia a rispondere direttamente ai cittadini, l'indipendenza formale rischia di trasformarsi in un modo per escludere la politica dai "veri affari".
I cittadini hanno bisogno di Autorita' di Garanzia economicamente e politicamente indipendenti, ma anche trasparenti come case di vetro. Il primo obiettivo di un presidente di un'Autorita' di Garanzia dovrebbe essere dar conto ai cittadini, in primo luogo a quelli che all'Autorita' di sono rivolti, dell'operato svolto. Purtroppo, nella maggior parte dei casi non si ha l'impressione che sia cosi'.

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