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Il canone Rai di oggi. Passata la tempesta tutto si silenziera'. Pessimisti? No: realisti!
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Editoriale di Vincenzo Donvito
30 settembre 2009 7:26
 
Non e' la prima volta che sul cosiddetto canone Rai c'e un'esplosione di disgusto e, sicuramente, non sara' l'ultima. A turno tutti i partiti, e non solo, hanno fatto proprio l'invito a non pagarlo, per punire la trasmissione di Michele Santoro oggi, per protestare contro l'esclusione delle proprie bandiere oggi e ieri. Financo il Vaticano, nel 2001 (1), per una questione di lesa maesta' alla curia di Verona aveva sguinzagliato il suo organo ufficiale, l'Osservatore romano, minacciando di invitare le masse a non pagare questa imposta.
Di abolizionisti a corrente alternata e' pieno il Parlamento. L'attuale capogruppo al Senato per il Pdl, Maurizio Gasparri, lancio' una feroce campagna abolizionista, diventato ministro delle Comunicazioni uno dei suoi primi atti fu l'aumento del canone-imposta.
La Leganord, sempre in prima fila ad agitare il caso, tranne dimenticarsene ogni volta che va al Governo (per 6 anni negli ultimi 8), impegnata insieme agli altri partiti nella spartizione delle poltrone televisive. Fedeli al motto: partito di lotta e di governo (forse non e' il loro, ma fa lo stesso) hanno presentato un ordine del giorno in Parlamento: aboliamo la gabella. Vedremo se ministri e deputati leghisti lo approveranno in massa, oppure… l'autore della proposta, l'on. Davide Caparini, rimarra' isolato.
Poi c'e' il paradosso dell'attuale minoranza parlamentare. Il centro-sinistra si auto-rappresenta come baluardo del canone Rai. Masochismo politico allo stato puro, si erge a difensore del carrozzone in questo momento occupato prevalentemente dal centro-destra. Forse in vista della futura contro occupazione?!?
Abbiamo salutato con piacere la 'scoperta' dei quotidiani Il Giornale e Libero di quanto sia assurda questa imposta (2). Siamo consapevoli che -come tutto in politica- la 'scoperta' e' strumentale non al diritto dei contribuenti e degli utenti del servizio d'informazione pubblica, ma ad una guerra tra occupanti della Rai (maggioranza e opposizione) per conquistarsi la fetta piu' grossa di potere. E forse questa consapevolezza ci fa essere realisti, riconducendo il tutto al teatrino dello sfascismo istituzionale in atto nel nostro Paese. Passata la tempesta tutto si silenziera'. Facciamocene una ragione. Appuntamento a fra qualche settimana per la verifica.
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