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Consumatori e Ue senza potere politico: un prezzo molto alto
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Editoriale di Vincenzo Donvito
13 aprile 2011 8:14
 
E' bastato che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, facesse una dichiarazione “a mo' di rutto”, sulla scarsa convenienza per il nostro Paese a far parte dell'Ue, dopo il rifiuto della Commissione ad accettare le richieste italiane per l'emergenza migranti al pari di quella sui rifugiati politici, che subito si sono scatenate dichiarazioni a go-go sui pro e i contro. E' la dialettica politica, ed e' bene che ci sia. Ma le piu' imbarazzanti -per me- sono quelle che in qualche modo cercavano di giustificare il nostro ministro, sia umanamente che politicamente. Si possono leggere ovunque, in Rete e su tutti i media, ma cio' che non hanno detto, e che poco hanno detto anche coloro che hanno attacco Maroni, e' che questa situazione di scarso aiuto dell'Ue e di forte “distinguo” da parte degli Stati nazionali, e' frutto dell'Unione che ci siamo scelti e che ci portiamo dietro, un po' come una mucca da mungere che noi italiani, fra l'altro, sappiamo mungere poco e male. Una situazione che rimarca la mancanza di una Unione politica o, meglio, degli Stati Uniti d'Europa, proprio sul modello oltreoceano, cioe' uno Stato federale che tratterebbe i problemi al proprio interno e sui propri confini in modo diretto e con poteri decisionali che non debbano tener conto delle singole Nazioni e, soprattutto, dei poteri di veto di queste singole Nazioni per le azioni dell'Unione. Sarebbe' inimmaginabile, per fare il solito esempio, che i doganieri o la polizia di frontiera federale degli Usa dovesse sottostare ai veti di altrettanto polizia del Texas relativamente ai problemi di questo Stato con la frontiera messicana. Ma la nostra Unione e' cosi', e a parte i discorsi di qualche visionario che evoca Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi e il loro manifesto di Ventotene, il resto e' sopravvivenza, eurodeputati inclusi.
Eppure l'Unione politica, magari ad elezione unica diretta, che sovraintendesse tutte le attivita', avrebbe vantaggi innegabili per tutti i cittadini, consumatori inclusi.
Faccio un solo esempio. Lo scorso 5 marzo la nostra associazione ha spedito una raccomandata A/R di messa in mora alla compagnia aerea Easyjet con sede a Luton (Uk) e che opera anche in Italia, lamentando un disservizio e intimando un rimborso per un viaggiatore che si e' rivolto a noi. Ad oggi, 13 aprile, non abbiamo ancora ricevuto la cartolina di ritorno, senza la quale non possiamo procedere in giudizio per far valere i diritti violati dal loro disservizio. Sarebbe cosi' se invece di vere e proprie frontiere che si aprono e chiudono alla bisogna, fosse come attraversare la linea di confine tra la California e il Nevada? Credo di no!
A questo punto sono assalito da amarezza e scoraggiamento. Perche', mentre in Italia abbiamo ministri che perorano l'uscita del nostro Paese dall'Ue, negli altri Paesi ci sono altrettanti nazionalisti a cui, dall'attuale assetto comunitario, e' consentito imporre i propri veti. E i cittadini comuni, intanto, usufruiscono di servizi da parte di aziende sempre piu' “europee” quanto “mondiali”, con possibilita' di rivalsa, nonche' certezza del diritto, praticamente vicina allo zero quando questi servizi fanno acqua.
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