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Dollaro, benzina e tasse: a quando i vantaggi?
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Editoriale di Vincenzo Donvito
15 marzo 2004 0:00
 
Fra le tante questioni che fanno preoccupare i consumatori in questo periodo, sicuramente una di quelle che e' in cima per ognuno e' il prezzo della benzina. Essenzialmente perche' la performance di cui sta dando spettacolo viene sempre piu' percepita come una beffa. Con la nostra valuta che ha sfondato il valore di 1,25 rispetto all'Usd, e' venuta meno la motivazione principale che ci siamo sentiti ripetere per anni a giustificazione dei continui aumenti: il prezzo del barile che era quello che era, ma con la nostra liretta che sgambettava stentoreamente dietro alla potente valuta Usa in cui si pagava e si continua a pagare il greggio.
Gli americani nei nostri alberghi e nelle nostre citta' sono meno, il made in Italy che perde colpi sul mercato americano e in tutti quelli in cui la valuta di scambio e' l'Usd, il made in Usa diventato decisamente abbordabile (dai prodotti ai viaggi), sono la tangibile percezione di questo nuovo rapporto monetario; e quindi non sono pochi gli italiani che stanno direttamente o indirettamente partecipando a questi nuovi vantaggi/svantaggi grazie all'euro .... ma la benzina? Niente! Ferma li'! Si' i valori medi di questi giorni sono leggermente inferiori all'anno scorso, ma dov'era l'Usd l'anno scorso?
Insomma c'e' piu' di qualcosa che non torna.
E' colpa dei petrolieri? E' colpa dei gestori che non modernizzano la rete cosi' come dicono tutti i giorni da dieci anni a questa parte e continuano a non fare alcunche'?
Stendiamo un velo pietoso sulle proposte del ministro delle Attivita' Produttive, Antonio Marzano, e i suoi "miracolosi" cartelli obbligatori con l'indicazione del prezzo. E prendiamo atto della totale voglia di non recepire questa necessita' di adeguamento da parte di chi e' il maggiore responsabile: lo Stato che raccoglie oltre il 70% dei guadagni grazie alla componente fiscale.
Non basterebbe l'Iva al 20%?
No! Evidentemente non basta, perche' dove andrebbe a prendere lo Stato tutti questi soldi che incamera in questo modo? Messa cosi', la questione sembra senza soluzione. Ma proviamo a invertire il ragionamento. Siamo proprio sicuri che lo Stato abbia bisogno di questo 50% (70 meno il 20 di Iva che gli consentiremmo di conservare)? Perche' lo Stato deve continuare ad essere proprietario di quasi la meta' delle pompe di benzina e della produzione di carburanti? Perche' lo Stato deve essere proprietario di aziende "in rosso" come l'Alitalia? Perche' lo Stato ...... Credo sia comprensibile dove sono andato a finire. E' tutto li' il problema: la demonopolizzazione e la liberalizzazione. Da qualche parte bisogna pur cominciare, e all'inizio e' impossibile che qualcosa non debba venir meno facendo male a qualcuno. Un buon inizio potrebbe essere proprio quello della benzina. E chissa' che qualcuno non si senta meno fregato ogni volta che versa le sue tasse, magari facendo attenzione anche ad evaderle meno perche' chi le deve usare non sta costantemente stringendo le mani sul collo dei consumatori.
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