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Energia, mercato libero. Venditori truffaldini, consumatori allocchi
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Editoriale di Domenico Murrone
2 giugno 2010 8:25
 
In treno. Siedo davanti ad un ragazzo, tutto concentrato su dei moduli contrattuali. Riconosco il logo, una grande impresa nel settore energia. Compila contratti già firmati dal cliente … in bianco. Il venditore ha un viso soddisfatto, e compila, compila.
Non sono dettagli ad essere aggiunti, manca pure il tipo di servizio prescelto: tariffa A, B, C? Nessuna opzione è selezionata. Il venditore non ha lasciato il foglio riservato al cliente che è lì, ovviamente sottoscritto, davanti ai miei occhi, insieme alle altre copie del contratto.
È il preludio di una fregatura.
È intuibile quello quel che è accaduto: il venditore si è presentato alla porta della signora o dell'azienda, avrà raccontato mille è più mirabilie della prestigiosa società, e avrà chiuso: firmi qui e vedrà che risparmi!
Forse un po' perplesso, forse per levarsi di torno questo insistente e simpatico giovine, ecco la firma e anche il timbro.
Sono così i venditori, simpatici e rompiballe al punto giusto da indurre alla firma. E non parliamo di quelli violenti che approfittano della classica vecchietta (vere e proprie truffe … da galera).
È intuibile quello che accadrà: arriveranno bollette più alte rispetto al passato, e il ricordo di quella firma apposta su moduli in bianco sarà sempre più amaro.
Da quando hanno liberalizzato il mercato dell'energia (luce e gas) è uno stillicidio di contratti sottoscritti senza consapevolezza.
Le colpe.
I committenti, Enel, Eni, Sorgenia, Italcogim e compagnia danzante, sguinzagliano (consapevolmente?) venditori senza alcun controllo sulla loro correttezza.
L'Autorità per l'Energia e il Gas, che praticamente ha lasciato loro campo libero, senza alcun efficace rimedio.
I clienti, anche aziendali: dare i propri dati e firmare moduli ad uno sconosciuto è un atto di fede nell'essere umano, che ricambia da par suo, approfittando della situazione.
Ancora lo vedo il venditore che compila, compila, compila, pensando alle provvigioni immeritate che incasserà.
È il consumatore il miglior difensore di se stesso, di fronte a firme regalate al primo venuto non c'è legge che tenga.
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