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Fare più figli. Carne da reddito… e lo Stato prende anche per i fondelli
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Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
2 marzo 2024 12:16
 
 
L’Italia è in decrescita, occorre fare più figli. Lo dicono grossomodo tutti in Italia, e non solo. Eppure nel mondo l’esplosione demografica è, insieme al riscaldamento climatico e la non-giustizia, il problema principale. Ma tant’è, sembra che faccia molto “impegnato” preoccuparsi per chi dovrà lavorare per pagare le pensioni ai futuri nonni… come se l’Italia (e ogni singolo Paese che propugna altrettanto “far figli”) vivesse in una sorta di fortezza, dove i disperati degli altri mondi entrano solo grazie a precise quote e/o piacimento dei potenti del luogo… guardare le frontiere di terra e di mare per capire…

Per capire le dinamiche sfasciste, nazionaliste e imperialiste di cosa questo comporti, non è un caso che proprio nei giorni scorsi, anche il dittatore russo Putin, nel suo discorso alla Duma in cui ha minacciato il mondo di usare le armi nucleari se non si fa quello che vuole lui, ha fatto appello ai propri sudditi perché facciano più figli. Carne da cannone (Ucraina e non solo).. è proprio il caso di dire.

In Italia non è ancora da cannone, ma certamente è “carne da reddito”. Comunque sull’argomento c’è un muro, con sponsor in prima fila della chiesa cattolica romana, quella che ci fa sapere che il pericolo principale  del mondo è la ideologia (come la chiama lui) gender… non ingiustizie, guerre, fame, razzismo, diseguaglianze, persecuzioni ed esplosione demografica… no! La cultura gender! (comunque, considerato l’andazzo, il papa sembra abbia avuto un vuoto di memoria e si sia dimenticato di affiancare l’aborto al gender). Chiaro?

Vediamo cosa fa il nostro governo per cercare di convincere le donne a fare più figli. Nella legge di bilancio 2024 è uno degli argomenti più portati ad esempio: asili nido ed esenzioni previdenziali.

Gli sconti sugli asili sono per chi ha almeno un paio di ragazzini che, però, non costano solo la retta degli asili, ma anche tutto il resto; dall’affitto al cibo, ai vestiti, ai prodotti per l’infanzia (dove l’Iva è stata anche aumentata da quest’anno), ai trasporti… insomma tutto quello che, soggetto all’inflazione, costa molto più caro mentre gli stipendi sono al palo da anni (siamo il fanalino di coda dell’Europa) e qualche euro di aumenti al mese che sono stati erogati, sono la barzelletta più diffusa.

C'è poi un altro provvedimento, quello che diminuisce le trattenute previdenziali alle donne che, assunte a tempo indeterminato, hanno almeno tre figli (due quest’anno in via sperimentale). A parte la discriminazione verso chi non rientra in questa tipologia (partite Iva e tempo determinato, per esempio), un’analisi Fisac/Cgil ha messo il dito sulla piaga: la diminuzione delle trattenute previdenziali non si traduce in un pari aumento della retribuzione netta e fa anche aumentare l'imponibile fiscale e di conseguenza l'Irpef da pagare. Non solo ma, cresciuto il reddito lordo, il calcolo dell’Isee schizza in alto e compromette l’accesso ad altri bonus. Per avere l’agevolazione dei tre figli, quindi, aumentano le altre spese.

A parte chi decide per propria scelta di avere nidiate di figli (auguri!), se si dovesse dar credito agli stimoli che arrivano dai soloni di cultura, religione e Stato… conviene prima informarsi. Il nostro (italiano e Paesi cosiddetti occidentali) vantaggio di una denatalità rispetto ad un Pianeta in esplosione demografica, proprio per amore verso i figli, conviene non solo tenerlo, ma accrescerlo.


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