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L'Italia e' in tilt. Sopravvivere, andarsene o vivere?
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Editoriale di Vincenzo Donvito
1 marzo 2004 0:00
 
L'Italia e' in tilt. La neve e il maltempo in generale? Anche. E comunque questo tilt da condizioni climatiche e' una conseguenza di quello politico ed economico. Piu' specificatamente strutturale ed ambientale. Da decisioni o non-decisioni prese li' e da chi ha il potere di farlo, in quanto in qualche modo demandato per questo dagli elettori.
Per restare al clima, qualcuno dira' "eventi eccezionali". Ed in parte e' vero. Ma non sono eccezionali quegli eventi, per esempio, che vedono un'autostrada bloccata da uno o piu' camion che, in condizioni climatiche disperate ma non tali da chiusura dell'autostrada stessa, vanno come "dannati" perche' la merce deve essere consegnata a quell'ora precisa, altrimenti i padroncini il prossimo carico lo vedono con il lanternino. Trasporto merci via aerea a condizioni economiche abbordabili e con aeroporti che non vanno in tilt per un centimetro di neve? Le autostrade del mare? Le ferrovie? Tutte opzioni che rimangono nei discorsi elettorali e nelle feste di partito e che, quand'anche avessero un timido accenno di avvio, vedrebbero come minimo i padroncini di cui sopra protestare occupando le strade, impedendo la mobilita' di tutti.
E poi dicono che Antonio Fazio (si' proprio lui il Governatore) non ha ragione: un colpo alla botte e un altro al cerchio ..... come sopravvivere altrimenti?
Ma noi vogliamo solo sopravvivere?

....e veniamo al tilt di cui volevamo piu' specificamente scrivere.....
Quello dell'economia? Della finanza? Del diritto? Della politica? Dell'amministrazione? Un po' tutto insieme, con una caratteristica dominante: la similarita' con il tilt climatico, o meglio le conseguenze del tilt climatico. Non a caso abbiamo citato il Governatore di Bankitalia. E' nell'occhio del ciclone, un po' (e forse anche piu' di un po') per colpa o merito nostro, un po' per quella polarizzazione che lo ha visto contrapposto al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che, di conseguenza non avrebbe non potuto avere un vincente ed uno sconfitto: poco importano le ragioni -rispetto ai diritti dei risparmiatori- buone o cattive dell'uno o dell'altro, perche' nello "scontro" nulla abbiamo raccolto che non fosse un confronto di potere: cos'altro ci si poteva aspettare da chi, da una parte (Fazio), ad alcuni rilievi del presidente del Senato ha risposto con un "Pera chi?", e da chi, dall'altra parte (Tremonti), dopo un paio di anni di euro e profittatori privati e istituzionali ad aumentare prezzi e tariffe come non mai, se n'e' venuto fuori con la storiella della banconota da 1 euro?
Bene. Il nostro Fazio, al momento, e' quello sconfitto? Quindi ha vinto Tremonti? No. Tremonti ha gia' vinto anche senza sconfiggere Fazio. Perche' quand'anche Fazio dovesse defilarsi dalla parte dei primi attori dello Stato, non potremmo non avere che un Fazio2. Cioe' il nuovo "cerchiobottista" di turno. Che deve mantenere -per quello che gli compete e che alcuna riforma della tutela del risparmio presentata dal Governo scalfigge- l'attuale assetto di potere basato sulla non-trasparenza e sul salasso dei risparmiatori in prima battuta, e di tutti gli amministrati di questo Stato in generale.
Poc'anzi un mio amico medico, commentando il voto del Senato che ha modificato le norme sulla privacy dei pazienti sanitari entrata in vigore lo scorso 1 gennaio, incazzato come pochi perche' cio' avveniva a neanche due mesi dall'entrata in vigore e quindi senza cognizione di causa degli effetti della riforma, ma solo per una imposizione di potere della corporazione dei medici di medicina generale, ... si diceva pronto a fare le valigie per andare ovunque che non fosse questo Paese. Dobbiamo seguirlo?
Per il momento non me la sento. L'importante e' avere consapevolezza dei vari tilt e non credere che gli altrettanti vari "reality show" che impazzano nell'intrattenimento televisivo siano qualcosa di diverso dall'abituale finzione scenica. Se riusciamo a percepire e gestire noi stessi in questi due contesti (tilt e reality), forse possiamo non farci schiacciare.
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