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Il “pericolo” della sicurezza
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Editoriale di Alessandro Pedone
17 ottobre 2012 18:41
 
Durante questo periodo di crisi dei titoli di stato periferici, gli strumenti finanziari considerati “sicuri” sono stati stati presi d'assalto. Gli investitori sono stati disposti ad investire praticamente senza alcun rendimento, in alcuni casi perfino con un rendimento negativo pur di mettersi al riparto dal disastro che a momenti è sembrato essere imminente.
Cosa accade se questo disastro atteso, in realtà non avviene?
Accade che gli investitori che hanno fatto qualsiasi cosa pur di mettersi al riparo, in realtà subiscono (o subiranno) delle perdite.
E' il caso di tutti coloro che oggi sono investiti nei così detti titoli “risk-free” (ovvero i titoli di stato dei paesi considerati più affidabili dell'area Euro: Francia e Germania).
Sulla parte più lunga della curva dei tassi, i rendimenti reali sono negativi. Sulla parte più breve sono negativi perfino i rendimenti nominali. Gli investitori che continuano ad investire in questi titoli hanno quindi la certezza di subire delle perdite (nominali o reali, ma sempre perdite).
Come si può vedere dal grafico qui sotto, da quando si registrano i dati, il titolo decennale tedesco non ha mai avuto rendimenti così bassi. Il minimo, per la precisione, è stato toccato il 20 Luglio scorso con uno tasso dell'1,16%. Oggi siamo all'1,63%, sempre bassissimo. La media storica dal 1990 è pari al 4,89%.



E' chiaro che investire in questi titoli oggi ha senso esclusivamente se si ritiene che l'ipotesi di una disgregazione dell'Euro sia in campo e si è disposti a pagare un prezzo non basso qualora quest'opzione non si realizzi.
Paradossalmente, oggi, investire in titoli “sicuri” è decisamente pericoloso.

Un'altro strumento considerato un rifugio nei periodi di crisi è l'oro. Il discorso sull'oro è molto più complesso e articolato rispetto a quello sul BUND. Come già scritto, investire in BUND in questo periodo, a meno che non si creda nell'ipotesi di disgregazione dell'Euro, semplicemente non ha senso. Non si può dire, invece, che l'investimento in oro sia completamente privo di senso. Possono esserci delle argomentazioni ragionevoli, ma sicuramente si tratta di un'operazione altamente rischiosa che sconsigliamo a tutti gli investitori non sufficientemente preparati.
Il grafico che segue mostra l'andamento storico del prezzo dell'oro espresso in dollari dagli anni '60 ad oggi, circa 50 anni.



Il grafico ha bisogno di poche parole di spiegazione. Siamo indubbiamente sui massimi storici con una crescita esponenziale. Il grafico che segue, invece, mostra l'andamento dell'oro dagli anni 1960 agli anni 1980.



Si può notare come l'andamento sia decisamente simile. Parliamo sempre di una crescita esponenziale. Crescita conseguente ad un periodo di crisi (crisi energetica iniziata proprio nel 73, quando l'oro inizia a dare i primi segnali di crescita). Vediamo adesso cosa è successo dopo nei 20 anni successivi. Attenzione, non stiamo parlando dei mesi successivi, parliamo di venti anni!



Chi avesse investito il 17 ottobre del 1980, dopo venti anni esatti si sarebbe trovato con una perdita nominale di oltre il 50% il che significa una perdita reale (considerati i tassi d'inflazione del periodo) prossima al 90%, cioè un vero e proprio disastro finanziario. E' interessante notare che il grande crollo è avvenuto nel giro di poche settimane. Pensare di essere bravi ad uscire in tempo, quando si presentano crolli del genere, è pia illusione e/o grande presunzione.

Non possiamo dire ovviamente quando e se la storia si ripeterà. Ciò di cui siamo certi, però, è che l'oro, intrinsecamente, non ha il valore corrispondente al prezzo con il quale è negoziato in questo momento.
L'oro non produce alcunché. L'oro ha il prezzo che ha perché molte persone lo considerano (a torto!) un bene rifugio. Questa è una sorta di convenzione non scritta. Molti lo considerato un “paracadute” contro un eventuale inceppamento dei sistemi monetari. Anche in questo caso (come per il discorso del BUND rispetto all'ipotesi di disgregazione dell'Euro) non è affatto detto che l'oro svolga questa funzione. Tornare ad un sistema monetario basato sull'oro (come alcuni auspicano), in caso di inceppamento degli attuali sistemi monetari (cosa che prima o poi dovrà avvenire, è scritto nei numeri!) è un'ipotesi molto remota e per moltissimi versi non auspicabile.
E' possibile che, a fini meramente speculativi, investire in oro continui ad essere molto vantaggioso, come sicuramente lo è stato ultimamente, non c'è dubbio però che i rischi che si corrono sono elevatissimi.
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