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Previsioni
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Editoriale di Alessandro Pedone
7 gennaio 2015 17:07
 
 La fine dell'anno e l'inizio dell'anno nuovo è un periodo nel quale si viene inondati da una marea di previsioni sull'andamento dei vari mercati finanziari e sull'economia delle varie nazioni.
Nella grande maggioranza (come abbiamo già scritto ne: “La domanda della regina” ) queste previsioni sono errate.
Sarebbe arrivato il momento di riflettere sulle basi, sulle fondamenta teoriche, dei modelli economici dominanti, cioè quelli neoclassici.
Su questo tema, è uscito abbastanza recentemente un bel libro di Mark Buchanan, fisico ed editorialista della prestigiosa rivista Nature, dal titolo: “Previsioni. Cosa possono insegnarci la fisica, la meteorologia e le scienze naturali sull’economia” (edizioni Malcor D’, 2014).
Il libro illustra molto bene, con un linguaggio abbastanza accessibile anche ai non addetti ai lavori, perché le previsioni economiche fatte dagli economisti classici non possano che essere prevalentemente sbagliate.
Una delle metafore centrali del libro è quella con le previsioni meteorologiche.
Molti anni fa, la meteorologia era basata su teorie assolutamente sbagliate fondate sul concetto che i fenomeni atmosferici tendessero all'equilibrio.
La realtà, poi, ha dimostrato che è l'instabilità, e non l'equilibrio, il fenomeno strutturale che governa il clima sulla terra.
La stessa cosa sta accadendo oggi in economia. La tesi centrale del modello economico neoclassico è basata sull'equilibrio fra domanda ed offerta.
Il libro di Buchanan dimostra che questo equilibrio, nella realtà, non si realizza mai.
L'instabilità è la condizione normale dei mercati finanziari, può cambiare il “grado” di instabilità, si possono presentare crisi di diverse intensità, ma è assolutamente normale che le crisi si presentino.
Le teorie dominanti, invece, considerano le crisi come fenomeni passeggeri dovuti a choc esterni al sistema economico. Passate le cause che hanno determinato la crisi, piano piano, il sistema torna al suo normale equilibrio. Questo è semplicemente falso ed il libro ne spiega molto bene le ragioni.
 
Il concetto che le teorie economiche tradizionali abbiano qualche grave problema strutturale, ormai non è più solo predicato da qualche manipolo d'intellettuali eccentrici se è vero come è vero che proprio in questi giorni perfino Olivier Blanchard, il capo economista del Fondo monetario, secondo quanto riferisce proprio oggi Il Sole 24 ore proprio oggi, parla di “angoli bui nella teoria economica. La crisi ci ha insegnato che possono prenderci di sorpresa forti non-linearità, non sappiamo quali modelli utilizzare per cogliere i rischi finanziari sistemici”.
 
Speriamo che finalmente ci si possa rendere conto degli enormi problemi che abbiamo, proprio a livello teorico, nell'economia e nella finanza, poiché questo è il passo fondamentale per poter iniziare dei cambiamenti positivi.
 
La lettura di questo interessante libro è certamente molto più utile della lettura delle molte previsioni sull'andamento economico-finanziario per l'anno che si è aperto.
 
 
 
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