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Tragedia di Firenze. Occasione per ripensare assetti urbani, diritti migranti, lavoro, imprese e fiscalità…. insomma tutto!
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Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
19 febbraio 2024 9:40
 

A Firenze è comparso uno striscione intorno al cantiere-tomba di Esselunga di Rifredi: “Stop cantiere, ora un parco”. Era quello che dicevano pochi ambientalisti inascoltati qualche anno fa, quando i giochi erano ancora aperti. Ed è quello che probabilmente hanno pensato molti consumatori, anche di quelli che apprezzano Esselunga e che hanno pensato ma detto  sottovoce: “A che serve un altro supermercato, poi Esselunga, nel giro di qualche centinaio di metri ce ne son già altri due. Sì, va beh, Esselunga in genere fa le cose per bene e sicuramente il nuovo centro commerciale porta beneficio in termini di parcheggi, mobilità, parchi, negozi… ma siamo sicuri che non era meglio un parco, uno spazio pubblico, ché in zona non è che siano tanti e promettenti, per grandezza e possibilità”. Ma l’amministrazione di Palazzo Vecchio ha deciso altrimenti, anche se il parco urbano fiorentino per eccellenza, Cascine, non è proprio dietro l’angolo, almeno un’oretta a piedi… che i mezzi pubblici… lasciamo perdere.

E purtroppo questa scelta si è incrociata col disastro. Vedremo le responsabilità. E hanno da promettere il presidente della Regione Giani e la ministra del Lavoro Calderone auspicando la creazione di un nuovo reato di omicidio sul lavoro… che c’è già e basterebbe far rispettare tutte le leggi che già ci sono in materia, ma tanto fa spettacolo il volto duro della legge, come quella dell’omicidio stradale… utile per le propagande elettorali. 

Che, forse, piuttosto che inventare nuovi reati, c’è da rimettere mano a quanto cancellato dall’attuale governo - ministro Salvini in testa - in materia di appalti: ripristinare il divieto di aggiudicare i contratti col criterio del prezzo più basso, incentrando la scelta sulla provata qualità/serietà dell’impresa, e reinserire il divieto di subappalti a cascata.

 E poi i morti e i feriti, anche immigrati irregolari… ma guarda un po’, hanno scoperto che ci sono gli irregolari e che lavorano anche e che ci sono imprese che li prendono a nero. In una società in cui avere un permesso di soggiorno è un’impresa, vigente il metodo che se vuoi essere regolare devi avere un lavoro prima di lasciare il tuo Paese. In una economia in cui i costi fiscali e del lavoro sono alle stelle… che non giustificano le imprese che fanno lavorare a nero, ma è un dato di fatto.

La voragine di Firenze ricorda i disastri di assetti urbani e vivibilità, i giochi di potere/propaganda/clientelismo sulla pelle di imprese e lavoratori, la sfascista e disastrata politica sui diritti dei migranti.

Chi ha voglia ci può lavorare sopra….. e - nessuno ce ne voglia se siam diffidenti - sarà difficile perché gli addetti ai lavori stanno pensando più che altro alle elezioni che non alle vite di consumatori, lavoratori e cittadini.

Qui il video sul canale YouTube di Aduc
 
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