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Vioxx. Causa collettiva contro il farmaco anti-artrite usato da 24 milioni di persone. Per gli italiani, la Class Action in Usa e' promossa dall'Aduc
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Editoriale 
15 ottobre 2004 0:00
 
Lo scorso 24 settembre 2004 la società farmaceutica Merck ha ufficialmente annunciato il ritiro dai mercati di tutto il mondo del farmaco noto come VIOXX o CEOXX per la cura dell'artrite, in conseguenza di risultati di studi clinici durati circa tre anni che dimostrano come l'assunzione prolungata del farmaco moltiplicherebbe il rischio di infarti e/o problemi cardiaci o di altra natura.
L'Aduc in collaborazione con un primario studio legale americano, rappresentato in Italia dallo studio dell'avv. Pietro Adami di Verona, ha promosso presso la Corte Distrettuale Federale dell'Illinois (Northern District) la prima Class Action contro Merck per conto di tutte le persone alle quali sia stato prescritto il medicinale in questione, i cui effetti sono potenzialmente gravissimi.
Secondo le stime della stessa Merck, sono oltre 24 milioni i pazienti che hanno fatto, o stanno facendo, uso del farmaco, in tutto il mondo. Uno degli obiettivi principali dell'azione legale e' informare pazienti e medici -in tutto il mondo- degli effetti collaterali, potenzialmente mortali, del farmaco.
Oltre al risarcimento per chi sia stato danneggiato dall'utilizzo del farmaco, l'azione legale chiedera' che venga costituito un fondo per le spese di monitoraggio medico che dovranno essere affrontate dagli utilizzatori del farmaco.
L'azione legale e' stata promossa per conto di tutti i soggetti che abbiano assunto questo farmaco, in qualunque parte del mondo, ed e' aperta alla loro partecipazione.
A questo link il modulo da compilare per partecipare alla Class Action, che e' gratuita:
clicca qui

Nota sulla Class Action in Usa:
E' noto che il sistema giudiziario americano sia molto piu' efficiente di quello, disgraziatissimo, del nostro Paese (specialmente se parliamo di giustizia civile). Con la "class action" un gruppo di persone con pari caratteristiche puo' far causa ad un soggetto per lo stesso presunto reato. Si tratta di quella "causa collettiva" che, cosi' come sta per essere approvata in Italia, c'entra molto poco con gli interessi dei consumatori.
Se la definizione proposta di "class" verra' confermata dal giudice, sara' accessibile a tutti e senza costo alcuno. L'ulteriore vantaggio e' legato al fatto che questa iniziativa non preclude la possibilita' di avviare qualunque altra azione legale.
Nel sistema americano, dove e' consentito il cosiddetto patto di quota lite (parcella degli avvocati proporzionale al risultato conseguito), tutte le spese di causa sono anticipate dallo studio legale che cura il contenzioso, incluse le spese necessarie -per esempio- per perizie o trasferte dei testimoni. Solo in caso di vittoria e recupero di somme, lo studio potra' recuperare le proprie spese ed incassare gli onorari per il lavoro svolto.
Spettera' alla Corte Distrettuale Federale dell'Illinois nominare, tra tutti coloro che hanno presentato domande simili, il "class representative", ovvero l'interlocutore ufficiale della Corte e dei convenuti per la trattazione (ed eventuale definizione) della vertenza.
Solo il raggiungimento di un consistente quantitativo di adesioni potra' agevolare la rappresentativita' dei danneggiati italiani nell'azione, nel caso in cui il giudice decida in loro favore.
L'adesione, NON comporta esborsi per i partecipanti.
I costi legali, in caso di approvazione e certificazione della class action e di suo esito positivo, saranno determinate con provvedimento del Tribunale, in percentuale sul risultato raggiunto (contingency fee agreement), cosi' come il medesimo Tribunale approvera' e determinera' a favore dei legali l'ammontare ed il rimborso delle spese che saranno anticipate in corso di causa.
In caso di esito negativo, nulla sara' dovuto dai partecipanti all'azione.
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