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 FRANCIA - FRANCIA - Le bevande 'light' e l'aspartame pericolosi per le donne incinte
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13 gennaio 2011 11:11
 
Gli edulcoranti chimici, spesso appiccicosi, provocherebbero parti prematuri nelle donne e cancro nei topi maschi, secondo due recenti studi scientifici del 'Resau environnement santé' (RES).
L'aspartame, l'edulcorante piu' usato nel mondo, si trova in piu' di 6.000 prodotti, dalla gomma da masticare alle bevande “light”, nonche' in piu' di 500 prodotti farmaceutici. Secondo il RES 200 milioni di persone lo consumerebbero “regolarmente”.
Nei bimbi e nelle donne in eta' procreativa, l'assorbimento quotidiano e' stimato tra 2,5 e 5 mg per chilo di peso corporale. La dose giornaliera ammissibile e' stabilita dall'Autorita alimentare europea (EFSA) ed e' di 40 mg/KG. Lo studio, condotto dal danese Thorhallur Halldorsson su circa 60.000 danesi incinte, e' stato pubblicato alla fine del 2010 sull'American Journal of Clinical Nutrition. Secondo questo studio il consumo di almeno una bevanda gassata contenente un edulcorante, aumenta del 38% il rischio di parto prematuro. Il rischio e' del 27% quando se ne beve una al giorno, 35% tra 2 e 3, 78% quando se ne bevono piu' di quattro.
L'impatto e' minore con le bevande non gassate, che contengono da due a tre volte meno dei principali edulcoranti (soprattutto aspartame e acesulfameK) L'aumento del rischio e' tra 11 e 29%.
L'associazione internazionale degli edulcoranti (ISA/AIE), dalla sua parte contesta la validita' scientifica di questi studi e ricorda che l'aspartame e' uno dei prodotti alimentari piu' studiati al mondo.
L'altro studio e' quello del ricercatore italiano Morando Soffritti, pubblicato quattro mesi fa sull'American Journal of Industrial Medicine. L'aspartame aumenterebbe il rischio cancro al fegato e al polmone dei topi maschi, con rischi mortali. Rischio che invece non sembra aumentare nei topi femmina.
Alla fine del 2009 l'Efsa aveva contestato la metodologia degli studi del dr Soffritti, sostenendo che niente evidenziava “un qualcosa potenzialmente genotossico o canceroso” dopo l'esposizione nell'utero.
Per il RES queste critiche non hanno fondamento e si chiede perche' questi studi non vengono fatti relativamente al pericolo sugli esseri umani.
Intanto l'Agenzia francese di sicurezza sanitaria (Anses) fa sapere che sta per esaminare questi nuovi studi in vista di una eventuale raccomandazione alle autorita' nazionali e, nel caso, all'Efsa.
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