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 MONDO - MONDO - Bibite zuccherate provocano 180.000 decessi nel 2010. Studio
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20 marzo 2013 14:29
 
Secondo un studio presentato a una conferenza a New Orleans dell'American Heart Association, organizzazione non-profit che si occupa della prevenzione e della cura delle cardiopatie, più di 180.000 persone nel mondo, e 25.000 negli Stati Uniti, sono morte nel 2010 a causa di un consumo eccessivo di bibite zuccherate. Il Messico è lo Stato dove maggiore è stato il numero di decessi attribuibile alle bevande, gli Stati Uniti il terzo. Secondo i dati raccolti dal Global Burden of Diseases Study, uno studio dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il 78% di questi decessi è avvenuto tra persone che vivono in Paesi dove il reddito è medio-basso.
Nel 2010, prendendo in considerazione i decessi legati all'eccessivo consumo di bibite zuccherate, 132.000 persone sono morte di diabete, 44.000 di malattie cardiovascolari e 6.000 di cancro. Il fatto che tre decessi su quattro siano stati provocati dal diabete "suggerisce che limitare l'assunzione di bibite zuccherate sia un passo importante per ridurre il tasso di mortalità" ha dichiarato uno degli autori dello studio, Gitanjali Singh, ricercatore alla Harvard School of Public Health. Secondo l'American Beverage Association, che rappresenta l'industria delle bibite, si tratta però "più di sensazionalismo che di scienza, perché lo studio non dimostra che il consumo di bevande zuccherate provoca malattie croniche come quelle cardiovascolari, il diabete o il cancro". In un 'fact sheet' dell'Harvard School of Public Health, si afferma che "due adulti su tre e un bambino su tre negli Stati Uniti è obeso o in sovrappeso, e la nazione spende 190 miliardi all'anno per il trattamento di problemi legati all'obesità, cresciuta anche per l'aumento del consumo di bibite zuccherate. Una soda da 60 centilitri contiene tra i 15 e i 18 cucchiaini di zucchero e fino a 240 calorie. Una cola di due litri può contenere fino a 700 calorie. La gente che beve questi 'dolci liquidi' non comprende pienamente quello che assume e non compensa mangiando meno".
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