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 U.E. - U.E. - Biglietti aerei low cost: Ue indaga sui costi addizionali poco trasparenti
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10 agosto 2011 10:21
 
Costi addizionali per pagare via Internet un biglietto d'aereo acquistato con carta di credito. Uno o piu' euro per non aver stampato a casa la carta d'imbarco. E per il controllo bagagli. I viaggiatori che usano abitualmente il low cost conoscono a menadito tutte le tasse e i costi che molte compagnie di viaggio -essenzialmente aereo- aggiungono ai biglietti che vengono venduti a prezzi molto bassi e che alla fine, balzello dopo balzello, rendono il biglietto meno conveniente. La Commissione europea ha aperto un'indagine su questo sistema, costantemente denunciato dai consumatori perche' lede i diritti dei passeggeri, e intende migliorare una legislazione che ha alcune lacune e consente a diverse compagnie aeree di coprire i costi base del loro servizio.
Il vicepresidente della Commissione, nonche' commissario ai Trasporti, Siim Kallas, ha avviato un'indagine sul sistema di informazione dei prezzi praticati dalle compagnie aeree -incluse le somme dei costi- in relazione alla normativa di trasparenza dell'Ue. Le norme europee non impediscono esplicitamente alle compagnie di aggiungere costi per, ad esempio, il pagamento del bagaglio, ma prevedono che il passeggero debba conoscere questi costi fin dal primo momento. Una situazione che oggi non sempre e' cosi'.
Lo scorso giugno, l'europarlamentare britannico Brian Simpson (laburista), membro della commissione Trasporti, aveva allertato la Commissione su queste pratiche messe in opera da alcuni vettori. “I passeggeri hanno diritto ad avere i servizi di base inclusi nel costo del biglietto aereo”, aveva scritto in una lettera inviata al vicepresidente Kallas, in cui criticava anche la poca trasparenza su tutti i costi da parte di queste compagnie fin dal primo momento in cui vendono il biglietto. “Alcuni di questi ricarichi vengono imposti per servizi che non sono addizionali, specifici del passeggero rispetto al volo da lui scelto, ma servono per coprire il rischio del business di una compagnia aerea”. Simpson si riferiva al ricarico di due euro per tratta che Ryanair impone dallo scorso aprile per coprire le proprie spese su ritardi, cancellazioni e altro, previsti dalla normativa europea in casi di forza maggiore -come  per la nube vulcanica che a fine 2010 provoco' diverse cancellazioni- di cui le compagnie aeree non sono responsabili. Si tratta di un costo extra che il passeggero non puo' evitare, cosi' come per alcuni 'costi amministrativi' che vengono aggiunti ad ogni biglietto. Come far pagare il biglietto di carta ad un prezzo aggiuntivo tra 6 e 10 euro. Di tutto questo il passeggero non viene informato nell'ambito dell'offerta iniziale propagandata in web.
L'indagine Ue dovra' concludersi in autunno, cosi' come fa sapere un portavoce del commissario ai Trasporti, e l'anno successivo le autorita' comunitarie decideranno come intervenire per correggere il comportamento di queste compagnie aeree.
“Le tariffe aeree devono sempre indicare il prezzo finale del biglietto. E questo include tasse, ricarichi e imposte obbligatorie o prevedibili”, dice il vicepresidente Kallas in una lettera inviata una settimana fa a Simpson. Nella stessa il vicepresidente ammette che il sistema di prezzi “à la charte” puo' aumentare le opzioni per i consumatori, ma crea anche una gran confusione. “Il prezzo finale e' ogni volta diverso da quello previsto. Per cui e' impossibile la comparazione fra i prezzi, portando i consumatori a frustrazione e mancanza di fiducia”.
La Commissione riconosce che il sistema dei prezzi flessibili e' soggetto a varie denunce da parte dei consumatori e che, nel contempo, e' molto difficile valutarlo con gli strumenti legislativi oggi in vigore. Per questo motivo, l'indagine fara' sapere se le norme di trasparenza oggi vigenti servono perche' i consumatori abbiano un prezzo finale chiaro e da poter comparare con altre offerte. Oppure se queste norme vadano rinforzate.
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