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 ITALIA - ITALIA - Cannabis Terapeutica in Toscana. Intervento delle associazioni
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30 settembre 2011 19:54
 
Ieri mattina, giovedì 29 settembre si sono svolte nella Sala Affreschi del consiglio regionale toscano le consultazioni di addetti ai lavori e rappresentanti delle associazioni di medici e pazienti presso la 4° commissione (Sanità) sulle pdl 58 e 72 in materia di medicinali cannabinoidi. Ognuno dallo specifico punto di vista ha espresso le considerazioni sulle proposte in oggetto, ma abbiamo potuto riscontrare in quasi tutti gli interventi la necessità di non imporre per via legislativa la limitazione del loro utilizzo alla terapia del dolore o come cura palliativa, come invece è specificato nella pdl 58, o a poche altre indicazioni terapeutiche. Diversi medici hanno esposto le decine di diverse possibili applicazioni, per cui è prioritario che al medico sia riconosciuta ampia libertà di cura in scienza e coscienza per ogni singolo caso, come del resto permesso dall'attuale normativa nazionale, col consenso informato del proprio paziente. Sono state inoltre portate testimonianze personali di malati affetti da diverse patologie che non hanno nulla a che vedere con fasi terminali o per le limitate indicazioni proposte dalla pdl 58. È stato anche ricordato come la normativa nazionale non fa riferimento a nessuna lista di patologie “ammesse” ma semplicemente si è posto fin dal 2007, con il D.M. del 18 aprile, il principio attivo stupefacente nella tabella II b dei farmaci con riconosciute proprietà terapeutiche. C'è la necessità di non escludere a priori, per legge, alcuna tipologia di malato. Abbiamo registrato un notevole interesse e disponibilità da parte di tutti gli intervenuti, con la generale richiesta di partire dalla pdl 72 e di non tradirne lo spirito, per l'elaborazione del nuovo testo da parte della Commissione.

Purtroppo, seppur molto minoritarie vi sono state anche richieste di "identificare" e "selezionare bene" le patologie mediante intervento politico, e di "avviare sperimentazioni per le altre", che tradotto in lingua corrente significa discriminazione per intere categorie di pazienti, come se non stessimo parlando di una cura correntemente già utilizzabile (ed utilizzata, in alcune Asl italiane tra mille ostacoli), per molteplici differenti indicazioni in continua evoluzione, grazie alla velocità delle scoperte, ed ai reports dei pazienti. Come se le sperimentazioni fossero alternative proponibili ed alternative, rispetto alla cura, e nonostante sia di dominio comune che la scarsa incidenza di effetti collaterali renderebbe questo tipo di cura un’alternativa vantaggiosa in moltissimi casi. Il mantenimento dello spirito di non-esclusione di alcun malato o medico dai potenziali benefici ottenibili ottenibili con questa cura, sarà il vero banco di prova della sensibilità della Regione Toscana verso tutti quei malati che aspettano da tanti anni, di quelli che non ce l'hanno fatta ad aspettare, e nei confronti di quelli futuri.

Il Garante dei diritti dei detenuti Alessandro Margara ha giustamente osservato come tale cura dovrebbe essere anche accessibile all'interno delle carceri.

E' anche stato evidenziato che il sistema sanitario regionale potrebbe addirittura risparmiare risorse mediante l'utilizzo di preparazioni galeniche allestite dalle farmacie ospedaliere, con derivati dalla cannabis titolati già disponibili in Italia, grazie all'effetto di riduzione, ed in alcuni casi di sostituzione, di altri farmaci molto più tossici e costosi. Considerati gli scarsi effetti collaterali e la richiesta di accesso alla cura da parte di medici e pazienti da un lato, la prossima legge toscana richiederebbe scarsissime risorse economiche per essere applicata in tutte le Asl, quindi non vi sarebbe alcun bisogno di limitarne, per motivi di bilancio, il potenziale beneficio per tutti i malati che potrebbero giovarsene.

Nelle prossime settimane la Commissione continuerà il lavoro sui due testi, con l’obiettivo di elaborarne un terzo, che li contenga entrambi. Auspichiamo che la Regione Toscana voglia resistere a tutte le indebite pressioni che subirà in misura sempre crescente, man mano che il traguardo si avvicinerà, e voglia difendere e confermare l'autonomia delle proprie legittime scelte, anche quando la terapia per i pazienti contiene la parola cannabis nell'etichetta. E' tempo di togliere questo tema dall'ambito degli scontri di schieramento politico e delle campagne antidroga, i malati hanno esaurito le scorte di pazienza e rassegnazione, le loro sofferenze non hanno più alcuna giustificazione possibile.

Un primo attacco è già arrivato da due consiglieri del PDL toscano che nel loro comunicato stampa,
tirano minacciosamente in ballo il Ministero della Salute, su una materia di semplice regolamentazione sanitaria di competenza regionale, mettendo addirittura in dubbio la "possibilità di coesistenza" della prossima legge toscana con le stesse norme nazionali, che la legge si limita scrupolosamente ad applicare a livello regionale. Si vorrebbe tornare all'anno zero, con la paradossale richiesta di "dimostrare la reale efficacia di queste sostanze", come se non fossero già inserite tra quelle della tabella II B, la cui utilità terapeutica non è più in discussione sin dal 2007. Altro che impostazione laica e posizione non ideologica, questa è innanzitutto totale mancanza di ogni considerazione per il malato.

Diverso il comunicato ufficiale dell’agenzia stampa del consiglio regionale che appare senz’altro più equilibrato, mostra come alla base delle due proposte e dei relativi proponenti ci siano in realtà gli stessi valori e intenti, ed ha evidenziato come tale comunanza, condivisa anche dalla commissione stessa, possa tradursi in un nuovo testo che tenga conto delle reali necessità dei malati. Se ciò davvero succederà, la Toscana sarà la prima Regione italiana a dotarsi di una specifica normativa sui farmaci cannabinoidi, che risulterebbe all’avanguardia anche nel quadro di riferimento internazionale.

Pazienti Impazienti Cannabis
Associazione Luca Coscioni
Associazione Cannabis Terapeutica
Lila Toscana
Associazione per l’Iniziativa Radicale “Andrea Tamburi”
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