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 ITALIA - ITALIA - Dirigenti Google condannati per video 'lesivo' caricato da un utente
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24 febbraio 2010 11:10
 
Tre dirigenti di Google sono stati condannati a 6 mesi di reclusione per violazione della privacy in relazione al filmato che riprende le angherie subite dai compagni di classe a un ragazzo down, caricato sul motore di ricerca nel 2006. I tre sono stati invece assolti dall'accusa di diffamazione. L'episodio era accaduto nell'istituto tecnico Steiner di Torino.  Una sentenza che, se fosse confermata nei gradi successivi, potrebbe mettere a rischio in Italia siti che ospitano contenuti e commenti degli utenti di Internet, come appunto Google Video e Youtube.

'Siamo molto soddisfatti perche' con questo processo abbiamo posto un problema serio, ossia la tutela della persona umana che deve prevalere sulla logica di impresa'. Lo hanno affermato il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e il Pm Francesco Cajani, al termine del processo milanese.
I Pm avevano chiesto la condanna di tutti e quattro i dirigenti di Google imputati, a pene comprese tra i sei mesi e un anno di reclusione. Un dirigente, invece, e' stato assolto perche' il giudice per lui e per gli altri imputati non ha riconosciuto l'accusa di diffamazione. 'La tutela della persone e' fondamentale nella societa' di oggi - hanno spiegato Robledo e Cajani -. E la liberta' di impresa non puo' mai prescindere dalla tutela della dignita' umana, come ha dimostrato questo processo'. Questo, secondo Robledo e Cajani, 'non e' stato un processo sulla liberta' della rete come alcuni hanno detto. Si e' posto invece per la prima volta in Italia un problema serio sui diritti della persona nella societa' di oggi'.

Con la sentenza con la quale il giudice milanese Oscar Magi ha condannato questa mattina tre manager di Google per il reato di violazione della privacy in seguito alla pubblicazione sul web di un video choc con al centro un minore disabile vessato dai compagni, "non ci sono ne' vinti ne' vincitori".
Lo afferma Giuliano Pisapia, il legale che, con Giuseppe Bana, ha difeso gli imputati a giudizio.
Per l'avvocato importante e' che non sia passato i principio che pretendeva "l'obbligo giuridico di un controllo preventivo di cosa viene immesso in rete". Il Tribunale di Milano, infatti ha assolto tutti gli imputati dal reato di diffamazione. I due legali annunciano gia' un ricorso in Appello nei confronti di una sentenza "che e' stata emessa senza presupposti di fatto e di diritto. Google si e' comportata correttamente. non aveva alcun obbligo di controllo preventivo di video e di messaggi che venivano immessi in rete mentre invece, nel momento che e' stata informata di quel filmato ignobile ha subito provveduto a cancellarlo".

Contro la sentenza si e' fatto sentire anche l'ambasciatore Usa a Roma, David Thorne: "Siamo colpiti. Gli abusi non sono una scusa per violare il diritto a un Internet libero. Il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie che riconoscono il valore della libertà di espressione e viene tutelato da quanti hanno a cuore tale valore. Il Segretario di Stato Hillary Clinton lo scorso 21 gennaio ha affermato con chiarezza che Internet libero è un diritto umano inalienabile che va tutelato nelle società libere. In tutte le nazioni è necessario prestare grande attenzione agli abusi. Tuttavia, eventuale materiale offensivo non deve diventare una scusa per violare questo diritto fondamentale".
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