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 ITALIA - ITALIA - Diritti immigrati. Un anno dopo a Rosarno
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8 gennaio 2011 10:51
 
Ad un anno esatto dalla rivolta che mise a ferro e fuoco Rosarno, con la reazione violenta di parte della popolazione, i migranti africani sono scesi in piazza per gridare a gran voce le loro richieste: diritti e dignita'.
Prima a Rosarno e poi a Reggio Calabria, in centinaia hanno manifestato per sollecitare condizioni di vita dignitose e un lavoro onesto che sfugga al controllo dei caporali, spesso immigrati stessi, che non di rado rispondono alla 'ndrangheta.
Una richiesta partita da Rosarno, dove, sin dalle prime ore della mattina, centinaia di africani si sono radunati nella piazza intitolata a Giuseppe Valarioti, segretario della locale sezione del Pci, ucciso dalla 'ndrangheta nel 1980. Tanti i 'neri', ma assenti i bianchi. Ad eccezione di una rappresentanza del liceo scientifico, gli abitanti di Rosarno assistono al corteo senza parteciparvi. Neanche quando i migranti si fermano davanti alla casa di Valarioti ed incontrano l'anziana madre dell'esponente comunista posando per una foto con lei che risponde agli applausi sussurrando 'non dovete ringraziarmi, siamo tutti uguali'.
Chi dai balconi delle case, chi stando davanti ai negozi, i rosarnesi vedono sfilare la manifestazione in silenzio. Solo un uomo sulla cinquantina, rivolto ai sindacalisti della Cgil, promotori dell'iniziativa insieme alla rete Radici, esclama: 'siete la rovina dell'Italia. Non siamo razzisti. Qui facciamo la fame anche noi'.
Una voce isolata che pero' tradisce quella che e' la situazione di questo lembo di Calabria, attanagliato dalla crisi del settore agrumicolo che colpisce non solo i lavoratori stagionali, ma anche i coltivatori. Non e' un caso che alcuni migranti lavorino appena due volte la settimana, con una paga di poco superiore ai 20 euro giornalieri.
Ed e' anche per sollecitare una soluzione a questo problema che in contemporanea alle iniziative calabresi, la protesta si svolge anche a Roma, davanti al ministero dell'Agricoltura, al grido di 'basta lavoro in nero', 'non vogliamo essere clandestini'. Una delegazione viene ricevuta da un funzionario, mentre il ministro Giancarlo Galan commenta: 'e' indispensabile compiere per davvero un'opera di pulizia politica ed etica contro il lavoro nero, contro il persistente fenomeno del caporalato, contro chiunque sfrutti uomini e donne che spesso si trovano a vivere e a lavorare nel nostro Paese indifesi contro tutti e contro tutto'.
E di queste persone, a Rosarno, ce ne sono tante. E quello che chiedono in coro e' la possibilita' di avere il permesso di soggiorno. Molti di loro, infatti, sono richiedenti asilo. Cio', spiegano alla rete Radici, significa che possono stare in Italia ma non hanno i documenti per trovare lavoro o una casa in affitto. E poi, aggiunge il segretario generale della Cgil Calabrese, Sergio Genco, c'e' il problema della lentezza burocratica nel rilascio dei documenti. 'Alcuni di questi ragazzi - spiega - attendono da 12 mesi'.
Richiesta che una delegazione di migranti, accompagnata dai sindacalisti e dalle associazioni, ribadisce al vice prefetto di Reggio Calabria, dove la protesta si sposta in tarda mattinata.
Accompagnata da un'altra sollecitazione: l'apertura di un tavolo regionale di concertazione su tutti i problemi connessi all'agricoltura. Per liberare i migranti dalla morsa dei caporali, assicuragli un lavoro e dare loro la possibilita' di una sistemazione dignitosa, spiegono i partecipanti all'incontro, e' necessario un piano che rilanci il settore agrumicolo della piana di Gioia Tauro. Solo cosi' gli imprenditori torneranno a trovare conveniente raccogliere il prodotto che adesso viene lasciato a marcire perche' pagato appena cinque centesimi al chilo.
Ma per i migranti, quella di oggi non e' solo una giornata di rivendicazione. E' anche l'occasione di incontri insperati. Come quello avuto da due ragazzi, uno del Burkina Faso ed uno della Nigeria, con un loro conterraneo certamente piu' fortunato, il difensore nigeriano della Reggina Calcio Daniel Adejo e con l'allenatore degli amaranto Gianluca Atzori, che regalano loro una maglietta da gioco con la scritta 'rete Radici 2011'.
L'integrazione, e' la convinzione della societa', passa anche dallo sport. E domani una delegazione di migranti di Rosarno sara' sugli spalti dello stadio Granillo, ospiti della Reggina, per assistere alla partita col Sassuolo e fare il tifo per il loro 'fratello' piu' famoso.
(testo di Alessandro Sgherri per l'agenzia Ansa)

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