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 ITALIA - ITALIA - Droga. Prefetto di Perugia chiede scusa
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25 giugno 2014 15:05
 
"A chi si e' ritenuto colpito dall'asprezza delle mie parole chiedo scusa per una frase infelice inserita in un intervento articolato, che si e' protratto per oltre un'ora, finalizzato a difendere l'immagine di Perugia e cercare di stimolare il coinvolgimento dell'intera societa' civile locale, soprattutto il mondo delle famiglie che accompagnati efficacemente da scuola, volontariato di vario contenuto, potessero contrastare piu' in profondita' ed energicamente, il triste e deleterio fenomeno dello spaccio-consumo di droga". Si congeda dal capoluogo umbro attraverso una lunga lettera aperta, nella quale ringrazia l'intera comunita' regionale, il prefetto Antonio Reppucci, rimosso dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano dopo la frase che sosteneva come "se una mamma che non si accorge che suo figlio drogato e' una fallita e si deve solo suicidare".
"Evidentemente - scrive Reppucci nella lettera - trasportato passionalmente, nella foga oratoria, ho troppo forzato il mio intervento (con una frase non immediatamente censurata, che altrimenti avrei meglio precisato) che voleva essere un 'Inno alla vita', per la cui piena promozione e difesa volevo auspicare, con toni forti ed accorati, una piu' decisa consapevolezza sul tema dell''agenzia famiglia', soprattutto delle mamme, su cui solitamente ricade, nella societa' contemporanea, la responsabilita' della formazione ed educazione dei figli. Non intendevo minimamente - aggiunge - criminalizzare od offendere ma 'svegliare', 'spronare', 'sensibilizzare', consapevole che questa strada, sgombrando il campo da ogni ipocrisia, oltre ovviamente l'azione di contrasto che c'e' ed e' forte, poteva portare, come peraltro confortato da tantissimi in questo convincimento, a migliorare la situazione ed evitare il perpetuarsi di una percezione del consumo molto diffusa". Reppucci afferma di comprendere "di aver generato qualche equivoco e fraintendimento con tutte le conseguenze derivate", ma chiede che "mi sia reso per lo meno 'l'onore delle armi' circa la bonta' del messaggio al di la' delle espressioni utilizzate, perche' non inviterei mai ad atti di autolesionismo chicchessia".
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