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 ITALIA - ITALIA - Droga. Radicali: proibizionismo incrementa pena di morte
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25 giugno 2014 15:21
 
Politiche e ideologia "proibizioniste" in materia di droga hanno dato e continuano a dare un contributo significativo all'applicazione della pena di morte anche nel 2013 e nei primi sei mesi del 2014: le esecuzioni l'anno scorso sono state 355 in cinque Paesi, solo in Iran almeno 328 mentre nel 2014 sono state 167, con l'Iran sempre in pole position con 164 esecuzioni. E' quanto emerso oggi in una conferenza stampa indetta dal Partito radicale in occasione della Giornata internazionale della lotta alla droga che si celebra domani, durante la quale sono stati resi noti una serie di dati e il contenuto di una lettera aperta che la segretaria dei Radicali italiani, Rita Bernardini, ha inviato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e della Salute, Beatrice Lorenzin. Nel 2013, nel nome della guerra alla droga, le esecuzioni eseguite hanno riguardato principalmente l'Iran con 328 casi, dei quali la metà legati proprio a reati contro la droga, salvo constatare - è stato detto durante la conferenza stampa - che in alcuni casi le persone colpite non fossero trafficanti ma piuttosto avversari politici. In Arabia Saudita sono state 24 le esecuzioni, in Indonesia due, in Malesia sicuramente una; ma il primato assoluto sembra spettare alla Cina, anche se un dato ufficiale non è disponibile, ma i Radicali sostengono che le esecuzioni nel 2013 potrebbero essere state 3 mila. In altri dieci Stati, poi, le condanne sono state pronunciate ma non eseguite; si tratta dell'Egitto, Emirati Arabi Uniti, Laos, Pakistan, Singapore, Sri Lanka, Thailandia, Vietnam e Yemen. Nel 2014 delle 167 esecuzioni per droga, tre hanno riguardato l'Arabia Saudita e ben 164 l'Iran. In Vietnam un tribunale ha condannato a morte in un unico giorno per traffico di droga ben 30 persone. A questi dati si aggiungono quelli riguardanti il giro d'affari del narcotraffico: un miliardo di dollari all'anno per contrastare il quale - secondo i Radicali - si deve assolutamente rivedere l'impianto delle attuali politiche in atto. E' per questo che Bernardini, tra le altre cose, ha chiesto nella sua lettera di indire per il prossimo autunno la sesta conferenza nazionale sulla droga, un appuntamento da utilizzare "anche per una riflessione senza paraocchi sul fallimento delle politiche proibizioniste, in Italia come nel resto del mondo".
"Da anni in Italia siamo vittime di un approccio proibizionista" per quanto riguarda le droghe, "e sotto la gestione Giovanardi-Serpelloni (ex ministro e ed ex capo del dipartimento Politiche antidroga; Ndr), la prima vittima della guerra alle droghe sono stati i dati, con cifre che venivano regolarmente mistificate e manipolate". Lo ha detto, durante la conferenza stampa, Marco Perduca, ex senatore e rappresentante all'Onu del Partito radicale.
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