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 ITALIA - ITALIA - Droga e sentenza Consulta. Tribunale Bologna: scarcerabili 336 persone in E.Romagna
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24 marzo 2014 16:14
 
"Attraverso una diligente rilevazione che hanno fatto i direttori degli istituti di pena dell'Emilia Romagna, abbiamo rilevato che attualmente sono ristrette 336 persone, tra imputati e condannati definitivi, che verrebbero scarcerati se la sentenza della Corte costituzionale avesse un effetto immediato". E' quanto sottolinea, in un incontro con la stampa, il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna Francesco Maisto, snocciolando i numeri degli effetti che avrebbe il pronunciamento con cui la Consulta ha dichiarato l'illegittimità della legge Fini-Giovanardi, nella parte in cui equipara le droghe pesanti e quelle leggere.
A giudizio della Consulta, infatti, la legge viola l'articolo 77 della Costituzione, che regola la conversione dei decreti legge. Dopo la bocciatura, rivive, dunque, la legge Iervolino-Vassalli. Ma perchè tutto ciò sia effettivo, prosegue Maisto, serve "un intervento normativo immediato, celere e di emergenza, cioè un decreto legge oppure un condono parziale". "Diversamente - ricorda il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna - la trattazione dei singoli procedimenti comporta sicuramente dei rallentamenti".
Per capire quanti siano 336 detenuti, Maisto ricorda che questi equivalgono ad "un numero di detenuti pari ad quelli di un istituto di pena come quello di Ferrara dove sono detenute 365 persone, oppure ad una sezione e mezza di un carcere come la Dozza di Bologna, o ancora equivalgono alla capienza del carcere di Rimini e di Forlì messi assieme".
Nel dettaglio, dei 336 carcerati che potrebbero tornare in libertà 188 sono condannati in via definitiva e 148 imputati. Solo a Bologna si tratta di 95 persone, di cui 47 definitivi e 48 imputati. Un gruppo di detenuti rimessi in libertà che porterrebbe una boccata d'ossigeno non solo in termini di sovraffollaento carcerario, considerato che in Emilia Romagna ci sono 2.397 posti, ma 3.480 detenuti, vale a dire 1.083 detenuti in più rispetto alla capienza prevista, ma anche un risparmio economico, considerando che attualmente, spiega Maisto, spendiamo complessivamente "556 euro al giorno per i 336 detenuti solo per i pasti". Pari a 1,69 euro a detenuto al giorno, cui vanno aggiunti altri circa 150 euro a testa, per le spese di sicurezza e sanità.
A ciò si aggiungerebbe l'economia ottenuta sull'impiego risparmiato di "30 agenti penitenziari e circa 10 ispettori di polizia penitenziaria". Quanto alle ragioni del problema del sovraffollamento nei penitenziari, Maisto rimarca che "poichè il dato certo è che non c'è stato un aumento della criminalità in Italia negli ultimi 15 anni, il sovraffollamento è determinato da 3 leggi che hanno previsto nuovi reati o trattamenti sanzionatori molto pericolosi e queste leggi sono la Bossi-Fini, la Fini-Giovanardi e la legge cosidetta ex Cirielli".
Insomma, conclude Maisto "trovo grave che in Emilia Romagna ci siano 336 persone che dovrebbero stare fuori dal carcere e invece sono dentro, è un'ingiustizia e uno spreco di risorse". Ad oggi in Emilia Romagna sono arrivate meno di una decina di istanze di scarcerazione. I beneficiari della sentenza della Consulta, infatti, sono detenuti considerati a "con minorata difesa", ovvero stranieri, persone con problemi di salute mentale o semplicemente poco acculturati che non conoscono e non applicano dunque appieno i propri diritti.
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