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 FRANCIA - FRANCIA - Eutanasia. Assolto medico che l'aveva praticata su 7 pazienti terminali
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25 giugno 2014 15:22
 
In Francia una nuova sentenza, la seconda in neppure 24 ore, potrebbe orientare l'ordinamento giuridico in senso piu' favorevole all'eutanasia. La Corte d'Assise di Pau, capoluogo dei Pirenei Atlantici, ha "assolto da tutte le imputazioni" Nicolas Bonnemaison, medico di 53 anni, accusato di aver volontariamente avvelenato sette pazienti fra il marzo 2010 e il luglio 2011. Le vittime erano tutte in eta' avanzata e malati terminali e Bonnemaison, scoperto e denunciato da alcuni infermieri, era stato licenziato dal suo posto nel pronto soccorso dell'ospedale di Bayonne. La nuova sentenza fa seguito a quella con cui martedi' il Consiglio di Stato francese aveva disposto l'interruzione delle terapie che tenevano artificialmente in vita dal 2008 il 38enne tetraplegico Vincent Lambert, ridotto da un gravissimo incidente stradale in stato semi-vegetativo irreversibile: decisione, quest'ultima, peraltro immediatamente bloccata dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo di Strasburgo, cui si sono rivolti il padre, la madre, un fratello e una sorella di Lambert, cattolici ultra-convinti, ottenendone l'ordine di sospensione nelle more di un approfondimento istruttorio.
A Pau la decisione che ha mandato assolto Bonnemaison e' stata accolta con sollievo dall'interessato che, sopraffatto dall'emozione, non e' riuscito a profferire parola: si e' limitato a sorridere e a stringere forte la mano di uno dei propri difensori, Benoit Ducos-Ader. "Qui non ci sono eroi e non ci sono martiri", ha commentato dal canto proprio l'avvocato. "Questa e' una sentenza enorme". Applausi scroscianti dall'aula gremita di folla, che ha sempre seguito con passione e partecipazione il processo, iniziato l'11 giugno scorso. La stessa pubblica accusa nelle argomentazioni finali aveva assunto un atteggiamento benevolo nei confronti del 'medico pietoso' per il quale, anziche' l'ergastolo, si era limitata a chiedere una condanna quasi simbolica a cinque anni di carcere, per di piu' con la condizionale. "Lei non e' un assassino ne' un avvelenatore nel senso comune che si attribuisce a termini del genere", aveva riconosciuto il pm Marc Mariee. "Lei ha agito da medico, ma e' da medico che ha sbagliato".
Lo stesso imputato non si e' mai sottratto alle sue responsabilita', riconoscendo di aver somministrato sistematicamente forti dose di potenti anestetici ai pazienti affidati alle sue cure, cinque donne e due uomini, ma solo perche' cio' rientrava nel "dovere di un medico di accompagnare il malato fino alla fine", risparmiandogli sofferenze inutili. Molti parenti delle vittime durante il dibattimento, e persino rima, si sono schierati apertamente dalla parte di Bonnemaison, cui nondimeno e' stato finora proibito d'incontrarli: ma, "se vogliono parla con me", ha mormorato, "io sono sempre a loro disposizione". Soddisfatto anche Jean Leonetti, il deputato conservatore promotore a suo tempo della legge sul fine vita, che ne porta il nome, vigente dal 2005: "Nessuno ha voglia di vedere il dottor Bonnemaison in prigione", aveva dichiarato ieri Leonetti, che in udienza era stato sentito come testimone e che si era espresso a sostegno dell'accusato, al pari del resto del socialista Bernard Kouchner, ex ministro della Sanita' francese. L'attuale normativa, pur vietando l'eutanasia in senso stretto, e' nella sostanza contraria all'accanimento terapeutico. Come ha chiosato lo stesso Leonetti, adesso pero' ci sono "domande da porsi".
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