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 ITALIA - ITALIA - Immigrati. Il Belpaese e' poco attraente. CIR
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22 marzo 2013 10:46
 
L'Italia resta un paese poco attraente per i richiedenti asilo, mentre l'Europa tutta dovrebbe prepararsi a un aumento graduale ma consistente dei flussi di rifugiati dalla Siria: è quanto ha affermato oggi il Cir, Consiglio Italiano per i Rifugiati, nel suo commento al rapporto "Asylum Levels and Trends in Industrialized Countries 2012", pubblicato oggi dall`Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati (Unhcr). In Italia - nota il Cir in un comunicato - il numero delle domande d`asilo nel 2012 (15.700) è più che dimezzato rispetto al 2011 (circa 37mila); ma è anche vero che nel 2011 il numero era balzato in avanti solo per il fatto che tutti i profughi provenienti dalla Libia, ma originari di molti Paesi diversi dell`Africa Sub-sahariana, erano stati "indotti" a fare la richiesta d`asilo. Se, come auspicato dal Cir, avessero da subito ottenuto, come gruppo la protezione temporanea o umanitaria, e non con un ritardo di 20 mesi, non sarebbero mai entrati nelle statistiche d`asilo.
Deve essere considerato - spiega il Cir - che il numero di quasi 16mila richiedenti asilo nel 2012 è comunque un numero maggiore rispetto ai 10 anni precedenti, con l`unica eccezione del 2008 (31.000 richieste d`asilo). In quell`anno il numero è stato più elevato anche a causa delle decisioni politiche di Gheddafi - di fare pressione sull`Italia e sull`Europa attraverso la propria partecipazione al contrabbando di persone. Non vogliamo neanche parlare degli anni 1990 - 98 quando le domande d`asilo erano circa 3mila all`anno, perché la maggior parte dei gruppi di profughi e sfollati che arrivavano in Italia - gli albanesi prima, bosniaci e serbi poi - avevano altre modalità di protezione e non dovevano, e spesso neanche potevano, fare richiesta d`asilo. Dal 2003 in poi il numero delle richieste d`asilo si è attestato intorno alle 10mila unità, o poco più, annue. In tutti questi anni le richieste d`asilo in Italia erano ben inferiori a quelle di altri paesi europei, come anche queste ultime statistiche confermano. Non erano e non sono ancora paragonabili a Francia (nel 2012 - 54.900 domanda d`asilo), Germania (64.500), Gran Bretagna (27.400) e perfino a Paesi come Svezia (43.900) e Svizzera (25.900). Nonostante la posizione geografica e geopolitica, evidentemente l`Italia non viene considerata dalla stragrande maggioranza dei richiedenti asilo in Europa il loro Paese di destinazione. I veri motivi sono da individuare nella scarsità quantitativa e qualitativa di accoglienza e le magre prospettive di integrazione. "A volte giornalisti e interlocutori dall`estero ci chiedono se sia una politica voluta per disincentivare gli arrivi dei rifugiati. Non sappiamo a questo dare risposte semplici, purtroppo." ha dichiarato Christopher Hein, direttore del Cir.
Un altro elemento significativo del rapporto UNHCR è quello che riguarda i richiedenti asilo siriani, che si collocano dopo gli afgani come secondo gruppo più numeroso nei paesi analizzati. Questo dato si traduce, però, in Europa in pochi Paesi in cui i siriani presentano domanda d`asilo: Svezia, quasi 8mila arrivi, Germania, 6mila, Gran Bretagna, 1.300, Svizzera 1.100. Sono però numeri certamente modesti rispetto al più di un milione di rifugiati siriani accolti dai Paesi limitrofi, Giordania, Siria, Libano, Turchia e Iraq. "Appare comunque fisiologico che i numeri in Europa aumentino, è una questione di tempo: sempre più richiedenti asilo arriveranno in Europa, e purtroppo, temiamo in maniera irregolare. Sono pochissimi quelli che potranno entrare in modo regolare, attraverso programmi nazionali di "re insediamento". Sembra che l`idea dell`Alto Commissario delle Nazioni Unite Antonio Guterres di lanciare eventualmente un appello per il re-insediamento di 50mila profughi siriani in Libano non abbia trovato alcuna sponda in Europa. Ed è la ragione per cui tale appello non è stato formalizzato. Siamo convinti che studiare modalità di ingresso protetto in Europa sia di fondamentale importanza per alleviare una pressione davvero insostenibili per i profughi siriani e i Paesi limitrofi" conclude Hein.
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