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Italia. Giovanardi: ecco perche' alla conferenza di Trieste non si parla di politica sulle droghe
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28 febbraio 2009 9:07
 
'In relazione alle numerose dichiarazioni che in questo periodo stanno esondando le agenzie', Il Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio fornisce 'qualche elemento di chiarezza relativamente a come si articoleranno i lavori della 5° Conferenza Nazionale sulle Politiche Antidroga e su come si dovrebbero svolgere. Per individuare gli argomenti da trattare, d'interesse degli operatori e delle organizzazioni partecipanti, sono state consultate ben 73 Organizzazioni, le Regioni e le Provincie Autonome, a partire da ottobre 2008 ad oggi per un totale di 180 ore di pre-consultazioni'. 

'Sono stati raccolti circa 200 documenti di vario tipo, presentati dalle organizzazioni e che saranno oggetto dei pre-atti della Conferenza, nei quali e' stata data ampia e totale liberta' di espressione senza alcuna censura. I temi principali da trattare all'interno della Conferenza sono stati identificati sulla base delle segnalazioni degli operatori e dei loro interessi espressi, portando all'identificazione di 28 aree di interesse, ridotte poi a 20 per evidenti necessita' di contenere gli argomenti di discussione. L'intera organizzazione delle sessioni, sia plenarie che parallele, e' stata discussa e concertata con tutte le Organizzazioni consultate'. 

'Nessun relatore e' stato imposto da questo Dipartimento ne' nessuna tematica, in quanto la scelta e' stata quella di rappresentare come aree prioritarie di discussione quelle emerse dalle consultazioni. Pertanto, ci sorprende che qualcuno possa affermare che la Conferenza non sia un luogo dove poter attuare un confronto aperto, soprattutto se si considera che sono gia' stati organizzati altri dodici incontri post-conferenza per rendere le consultazioni permanenti. Mai prima d'ora si era adottato un sistema di questo genere'.   

'Durante tutte le pre-consultazioni, abbiamo potuto rilevare che in realta' alla maggior parte degli operatori consultati interessava molto di piu' discutere gli aspetti concreti del problema tossicodipendenze e molto meno un cosiddetto 'confronto politico'. Quest'ultimo -continua il Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio- viene vissuto molto spesso piu' come uno scontro ideologico che non come una reale e concreta interlocuzione che possa portare ad affrontare i veri problemi del sistema preventivo, assistenziale e riabilitativo del paese, articolato nei variegati sistemi regionali, per il sistema delle dipendenze'.

'In relazione al cosiddetto televoto -prosegue il Dipartimento- si da' nuovamente comunicazione che questo Dipartimento non lo ha mai ritenuto uno strumento necessario e indispensabile e pertanto gia' da tempo ha comunicato che non verra' utilizzato. Quanto al senso generale che la Conferenza dovrebbe avere, anche secondo il punto 15 dell'art.1 del D.P.R. 309/90, si ribadisce che tale assemblea dovrebbe avere come fine quello di ascolto, dibattito e approfondimento dei principali problemi con l'eventuale identificazione di soluzioni concrete e sostenibili da poter poi comunicare al Parlamento anche al fine (ma non solo, ndr) di individuare eventuali correzioni alla Legislazione antidroga dettate dalla esperienza applicativa'.

'Questo e' stato il principio guida e ispiratore dell'organizzazione dei lavori che ci auguriamo saranno proficui, dentro e fuori la conferenza, e comunque finalizzati a ricercare soluzioni unitarie, elementi che piu' che dividere gli operatori li uniscano, proposte sostenibili ed eticamente accettabili che possano portare sempre di piu' a riorientare i sistemi regionali di risposta e le politiche nazionali verso forme ad alta efficacia, uscendo -conclude il Dipartimento- da un oramai obsoleto quanto dannoso conflitto ideologico di cui, per quanto ci e' dato di percepire, molti operatori (al di la' delle varie sigle) sono stanchi. Un augurio di buon lavoro per tutti noi'.

'Mai come in questa occasione, la Conferenza rappresentera' una vera e propria polifonia di interventi, tentando di controllare le varie spinte di protagonismo che sfioravano a volte l'esibizionismo di alcune organizzazioni e persone che hanno portato come unico contributo, durante le pre-consultazioni, la richiesta di 'parlare in plenaria e di avere uno spazio mediatico''. Per questo motivo -aggiunge il Dipartimento per le politiche antidroga- e' stato chiesto a tutte le organizzazioni, da parte del Dipartimento, di rinunciare a far parlare le 'solite persone' ma di proporre relatori giovani, non conosciuti e particolarmente impegnati'.

'Questo -viene precisato- anche per dare un segnale di ricambio generazionale e di valorizzazione di giovani risorse che, molto probabilmente, potrebbero portare una innovativa spinta fuori dall'ormai trito dibattito che usa la contrapposizione come unico modo di confronto. Rimandiamo quindi al mittente le parole pronunciate quali 'truffa, solo evento mediatico, autoritarismo e centralismo' che offendono solo chi le pronuncia, peraltro avendo loro toccato con mano la correttezza, la lealta' e la disponibilita' con cui il Dipartimento ha eseguito le consultazioni e che continua ad avere nell'organizzazione della 5° Conferenza'.

'In merito alla discussione sulla prevenzione delle patologie correlate e alla necessita' di discutere e di affermare che i servizi di prossimita' devono far parte dei sistemi regionali con un'integrazione irrinunciabile nei dipartimenti delle dipendenze', il Dipartimento 'ha sempre sostenuto e sostiene che le Regioni debbano prendere in seria considerazione questo aspetto, uscendo dalla logica progettuale e a volte di precariato, cercando di integrare tali attivita' nel sistema permanente e strutturale di assistenza'.

'Una cosa e' certa, o le varie Organizzazioni riusciranno ad uscire dalla logica conflittuale e di contrapposizione costante per poter discutere, smettendo di mescolare la politica con la scienza ed elementi di programmazione regionale, marcando una vera svolta culturale e intellettuale nell'ambito delle problematiche sulla droga in Italia, oppure continueremo ad assistere al lento declino autoreferenziale del sistema che, ormai -rileva il Dipartimento- non e' piu' in grado di organizzare risposte valide per un problema che e' sicuramente sfuggito al controllo dei vari e differenziati sistemi regionali di risposta'.

'A questo proposito, condividiamo la necessita' di organizzare un concreto e franco dibattito con gli interlocutori principali della programmazione di risposta territoriale, cioe' le Regioni e le Province Autonome che si sono dimostrate -conclude il Dipartimento per le politiche antidroga- estremamente responsabili, collaborative e interessate, partecipando in blocco alla Conferenza'.
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